Il primo Ministro specifica anche che “l’intervento britannico in Iraq nel 2003 pesa pesantemente, ma questa è una situazione differente, e non dobbiamo utilizzare gli errori del passato come una scusa per l’indifferenza o la mancata azione”.
Intanto, in Spagna sono state arrestate 9 persone con l’accusa di terrorismo, nello specifico terrorismo islamico collegato alla jihad dell’Isis. I 9 sono stati arrestati all’alba di venerdì a Melilla e Nador, durante un’operazione coordinata dall’Audiencia Nacional. Di essi, 8 sono marocchini e uno spagnolo, secondo il Ministero dell’Interno, e sarebbero tutti arruolatori e/o “soldati” jihadisti. Si suppone che lo spagnolo sia il capo della cellula che “operava” tra Melilla e Nador, enclave spagnole rispettivamente in Marocco e Maghreb.
Gilles De Kerkhove, coordinatore europeo anti-terrorismo, afferma, citato dalla Bbc, che sono oltre 3000 gli europei che combattono come guerriglieri dell’Isis in Siria e Iraq. De Kerkhove sottolinea che tale cifra comprende anche i “soldati” morti in battaglia e quelli rientrati in Europa, e avverte che i raid occidentali in territori Isis aumentano la minaccia di ritorsioni in Europa.
Nel frattempo, giunge una nuova accusa al regime siriano di Assad da Usa e Ue, che precisano che “Nuovi attacchi chimici sono stati compiuti in Siria in agosto, con forti somiglianze con quelli, ormai accertati, compiuti la scorsa primavera con gas cloro”. L’accusa è giunta dopo l’ultimo rapporto dell’Opac.