La contraddizione dell’Isis: estrema violenza trasmessa in alta definizione
Il mondo occidentale è rimasto sconvolto dalle barbariche esecuzioni attuate dall’Isis – dalla decapitazione dell’inglese David Haines al pilota giordano Mu’adh Al-Kasasibah bruciato vivo – filmate e diffuse in tutto il mondo trmaite apparecchi di tecnologia molto avanzata e in una risoluzione perfetta. Una doppia brutalità. Un messaggio estremamente importante: l’obiettivo è quello di diffondere il pensiero jihadista utilizzando i migliori strumenti comunicativi occidentali, con la consapevolezza che uno dei modi migliori per colpire un Paese nel suo cuore è farlo con le stesse armi.
Non si tratta solo di video tecnicamente perfetti e per questo ancora più orripilanti. L’Isis utilizza qualsiasi supporto media: YouTube, Twitter, ma anche Instagram e gli altri social media. Il suo messaggio è ovunque, ci raggiunge ovunque, anche quando non ha strettamente a che fare con azioni violente.
Come scrive il The Guardian “l’Isis è in competizione con i nuovi canali occidentali, i film di Hollywood, i reality shows, perfino i video musicali, e ha adottato il loro vocabolario.” C’è stato un cambiamento enorme rispetto ai video di Osama Bin Laden, video certamente terribili, ma sfocati, prodotti in maniera grossolana, in cui il centro del messaggio era il messaggio stesso. Ora non è più così.
La strategia di marketing dell’Isis, se così la si vuole definire, si è evoluta in un’altra direzione per cui il fulcro del messaggio è venuto a essere il modo in cui esso viene veicolato. Il canale ha un’importanza vitale. Il modo in cui vengono prodotti, confezionati e infine mostrati i video, che siano esecuzioni o propagande, è fondamentale sia per spaventare l’Occidente, sia per mostrare quanto le loro tecniche barbare siano una scelta. Si rifletta: le decapitazioni, i roghi non sono tecniche di omicidio di un gruppo incivilizzato, retrogrado. Niente affatto. L’Isis mostra di essere ben consapevole di ciò che è incivile, di ciò che è terrorismo, di ciò che è feroce e bestiale, e lo sceglie intenzionalmente. Sceglie di interpretare il Corano nella maniera più turpe e sceglie di mostrare le conseguenze dell’interpretazioni nella maniera più avanzata possibile.
Gli obiettivi dell’Isis sono due: da una parte provocare gli Stati Uniti e tutti gli Stati alleati – si pensi alla decapitazione di Haines preceduta dal messaggio in cui si diceva che la morte dell’inglese era sulle spalle del Primo Ministro Cameron, poiché la sua alleanza con il governo degli Stati Uniti provocava la morte dei cittadini inglesi – e dall’altra reclutare persone fuori dal Medio Oriente, per poter espandere la propria sfera d’influenza. Non c’è dubbio purtroppo che l’Isis stia raggiungendo questi obiettivi, non c’è dubbio che uno dei motivi principali sia la strategia di marketing che è stata adottata.
La speranza è che tutta questa violenza trasmessa gratuitamente sui social, sui video, sulle tv arabe e mondiali arrivi a essere troppa. Che questo marketing vincente, che punta tutto sulla forza della brutalità, generi negli animi umani un overflow e che arrivi a essere stancante e nauseante. Che l’Isis, dunque, inizi a perdere seguaci proprio per via di questa strategia sanguinaria, violenta ed estremamente hi-tech.