Isis: la Turchia è sempre più vicina
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Nemmeno i raid aerei americani, che da settimane bombardano Siria e Iraq, riescono a fermare l’avanzata degli jihadisti dell’Isis, che oggi hanno conquistato la città di Kobane, l’ultima importante meta prima dell’entrata in Turchia. La città, difatti, si trova nel confine tra Siria e Turchia, ed è un punto strategico molto importante, dal quale i militanti dello Stato Islamico potranno progettare l’invasione dello stato turco.
Kobane, inoltre, è una città prevalentemente curda, e la popolazione non è riuscita a proteggersi dalla violenza con cui l’Isis si è impossessato della zona, affiggendo delle bandiere nere nei punti più alti. I curdi, oltre a ricevere le armi da numerosi Stati europei ed extra europei, hanno avvertito più volte che la collaborazione tra numerosi Paesi per un’operazione aerea non sarebbe bastata per distruggere lo Stato Islamico, affermando con convinzione che erano necessarie delle truppe di terra, anche se questo avrebbe impedito di garantire l’incolumità dei soldati.
I raid nella scorsa notte hanno iniziato a colpire degli obiettivi attorno alla città di Kobane, dove appunto sono posizionati i jihadisti che stanno per entrare in città. Ma nonostante ciò, il movimento resiste, prevedendo le mosse dei raid aerei. Questo porta molte persone all’interno dei palazzi del potere americani e inglesi ad appoggiare l’invio di truppe di terra, per completare la missione concretamente, anche se Obama ha rifiutato l’idea di rischiare uomini.
E mentre l’ala che appoggia l’uso di truppe di terra prende sempre più piede, la Turchia si prepara ad affrontare l’Isis, inviando delle truppe poco oltre il confine siriano, per aiutare le migliaia di persone che sono scappate dalle città per salvarsi dagli jihadisti.
di Alessandro Bovo
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