Di Gabriella Maddaloni. Stavolta è la voce di una donna a lanciare un appello ai terroristi dello Stato Islamico. Si tratta della moglie del quarantasettenne tassista britannico Halan Henning, rapito dall’Isis a dicembre 2013 in Siria, mentre trasportava un convoglio di aiuti umanitari per conto di una ONG locale.
L’uomo è stato mostrato nel video in cui l’Isis ha ucciso l’altro ostaggio britannico, Haines: i terroristi lo indicano come prossima vittima per “vendicarsi” della Gran Bretagna, accusata dai jihadisti d’essersi alleata con gli Usa contro di essi.
Queste le parole di Barbara Henning ai rapitori del marito: “Halan è un uomo di pace, che ha lasciato la sua famiglia e il suo lavoro per guidare un convoglio fino alla Siria e aiutare i più bisognosi. Guidava un’ambulanza piena di cibo e acqua da distribuire a chi ne avesse bisogno, perché il suo scopo non era né più e né meno che questo, ossia un atto di pura compassione. Tra l’altro, non vedo come la morte di Halan potrebbe aiutare la causa di uno stato. Per questo, imploro il popolo dello Stato Islamico di guardare nei propri cuori e liberare mio marito”. La donna, che ha lanciato il messaggio tramite il Foreign Office britannico, specifica che finora non ha ricevuto risposta dai sequestratori.
Henning è anche padre di 2 ragazzi che vivono a Manchester, in Inghilterra. Sua moglie chiede agli estremisti dello Stato Islamico di guardare nel proprio cuore. Il punto è che con tutta probabilità i terroristi islamici un cuore non ce l’hanno, né tanto meno hanno una coscienza.