Magazine Cultura
Articolo apparso sul numero di aprile diMAT2020
Ritratto di Lucio Dalla attraverso gli occhi di Iskra Menarini
Circa un mese fa Bologna ha ricordato uno dei suoi musicisti più amati, scomparso prematuramente un anno fa, Lucio Dalla. La data, ovviamente, il4 marzo. Il luogo, ovviamente,Piazza Maggiore. I protagonisti? Tanti… molti presenti per la conoscenza diretta e probabile affetto, altri per ricevere forse l’attimo di luce riflessa e… alcuni assenti importanti, ugualmente protagonisti. MAT2020non era sul posto, e quindi non sarà questo un racconto della serata musicale, né una descrizione “per sentito dire”, ma la voglia di ricordare Lucio è rimasta e l’unico modo che mi è venuto in mente è quello di far parlare chi ha vissuto accanto a lui, professionalmente parlando, per quasi cinque lustri, con attimi di collaborazione nascosta mischiati a momenti di evidenza solistica, come accadde nel 2009, quandoIskra Menarinisi esibì al Festival di Sanremo, quasi accompagnata sul palco da Lucio. Sì… ad Iskra ho chiesto di raccontarmi qualcosa, di dipingere un ritratto costruito da distanza ravvicinata, di provare a superare il dolore provocato dal ricordo e regalare a MAT2020 qualcosa che potesse rappresentare una testimonianza e un dono ad un amico. A conti fatti Iskra è risultata perfetta, anche se so di averle procurato qualche turbamento interno, ma come si sa scrivere di qualcuno significa anche renderlo immortale, e lei, fedele collaboratrice, contribuisce oggi, con le sue parole, a posare un tassello in un grande mosaico che probabilmente non giungerà mai alla fine, ma che grazie ad Iskra presenterà almeno un elemento caratterizzante.
L’INTERVISTA
Come nasce musicalmente parlando Iskra Menarinibis? La conoscenza con Andrea Mingardi, quando ero diciottenne, coincide con l’inizio della mia carriera, dei miei studi di canto e di lirica; ma l’incontro speciale che cambia il mio modo di cantare - e di ascoltare musica - è quello con un gruppo già allora famoso a Bologna, i Tombstones, che mi permisero di scoprire un genere che, pur essendo tipicamente maschile, poteva essere rivisitato da una donna: mi riferisco al repertorio dei Led Zeppelin, Deep Purple ecc. Con loro dieci anni di attività, con la realizzazione di un disco, vari festival, passaggi al Piper, l’amicizia con Red Ronnie, sino ad arrivare al jazz, al soul e al blues. Naturalmente trovare sulla mia strada Lucio Dalla mi ha cambiato la vita, e a lui mi sono dedicata per 24 anni.
Come si è evoluto il tuo percorso musicale? Penso di essere come la terra, in continuo movimento… sto ancora cercando, sperimentando; ho iniziato a fare musica rock quando l’Italia canora aveva come massima espressione Gigliola Cinquetti; come dicevo sono poi arrivata al soul e al jazz, ma amo la ricerca delle sonorità, E quindi passare dalla musica sacra al pop al jazz elettronico, sino ad arrivare alle trame etniche… che magia poter gironzolare senza schemi! In questo periodo sto realizzando un cd, un progetto con il maestro Teo Ciavarella e altri musicisti che si chiama “DA CARUSO AL JAZZ”: non male, mi piace!
Quale combinazione fortunata ti ha condotto sulla via di Lucio Dalla? Penso sia tutto scritto da quando nasci… io credo sia così; e stato cosi con Lucio, quando nel corso di una serata di beneficenza mi guardò e mi disse:”ma saraistrana!”, ed io di rimando: ”pensa chi parla!”, e da li è partita la mia favola, a 40 anni, proiettata in un mondo di giganti della musica. Io non ascoltavo la sua musica, ma poi ho scoperto che lui non era solo un grande autore, cantante, musicista e jazzista, ma era geniale in tutto ciò che faceva, e poi non so perché ha scelto me, forse anche per la mia dolcezza, per il diventare rossa e imbarazzata per una sua sgridata… forse si divertiva e lo stimolava il farmi credere che ero bravissima.
Mi racconti un aneddoto positivo ed uno meno bello relativo al vostro percorso di vita artistica comune? Non saprei, è chiaro… 24 anni cosi intensi, concerti, viaggi in tutto il mondo, dischi… beh a volte ci mandavamo a “vaffa”, a volte facevo le valige per un suo comportamento severo e distruttivo, come si fa in una famiglia, senza peli sulla lingua; io ero timida e romantica e lo vedevo come un Dio, quindi intoccabile, e non mi azzardavo a rispondere quindi… valige… poi ecco che cosa era… mi telefonava, mi cercava, dolcissimo, e tutto ricominciava; si sa, una persona come lui, sempre in movimento, intelligentissimo, curioso, assetato di tutto, l’arte, la musica, il mondo… non poteva essere altro che così!
Chi era Lucio dal punto di vista umano? Che domanda… era anche generoso, in silenzio ha aiutato bambini malati, i poveri della Caritas di Bologna, e poi sai com’è, io ero innamorata, e quindi i miei occhi così vedevano, e poi sono sincera, non mi va di spiegare cos’ è un essere umano, lo renderei riduttivo, lasciamo libertà di pensiero.
A guardare dall’esterno, Lucio Dalla era un fantastico solista che amava però il gioco di squadra, lasciando spazio adeguato ai collaboratori. E’ un’immagine corretta la mia? Sì, è vero, infatti i suoi musicisti stavano con lui anche da 30 anni, io 24, era come una famiglia; musicalmente amava confrontarsi, discutere anche alle 2 o alle 3 di notte, con grandi arrangiatori… non faccio nomi perchè dovrei fare un elenco lunghissimo, comunque a lui restava sempre l’ultima parola.
Che cosa amava intensamente e cosa non riusciva proprio a sopportare negli altri e nel mondo con cui interagiva? Non amava il mondo dei VIP, amava la semplicità, anche se era innamorato della bellezza intesa come cultura, e adorava le sue case, una in Sicilia e l’altra alle Isole Tremiti, bellissime, piene di storia, intrise di cultura e sensibilità, come colto e sensibile era Lucio.
Sempre guardando dall’esterno, sembrava che Lucio fosse oggetto di stima incondizionata da parte di chiunque. Era davvero così? Penso che sia stato stimato incondizionatamente come musicista, un uomo sicuramente geniale; come persona avrà vissuto anche lui, come tutti gli esseri viventi, dei contrasti, ma non so… non ero con lui dalla mattina alla sera, nel suo taschino!
Che cosa ha significato per te partecipare a Sanremo con una sua canzone, cantata assieme a lui sul palco italiano più prestigioso? Che dire, mi sono trovata con le nuove proposte a 62 anni, con un brano bellissimo, anche difficile, con un’emozione che taglia le gambe ed il respiro… non so se mi sono comportata bene, so solo che Sanremo è un posto strano; pensa io ci abitavo da ragazza, e trovarmi su quel palco mi ha reso felice, ma un pò a disagio; sembravo smarrita, eppure Lucio mi faceva cantare un brano nei suoi concerti in tutto il mondo, ma lì, mannaggia, lì che potevo veramente spaccare il mondo… ma, lasciamo stare…
Che ricordo hai del giorno della sua prematura dipartita? Nessun ricordo, solo il silenzio, il vuoto, le lacrime, e anche adesso quando ci penso mi viene un nodo alla gola; lui mi ha cambiato la vita, mi ha fatto conoscere al pubblico, così, solo così ora posso fare musica; grazie a lui quindi, e che dire… niente.
Che cosa ti ha più infastidito di quanto accaduto dopo? Quello che è successo e stato… amore verso Lucio, la gente, e non solo in italia; il resto… no comment.
Che cosa hai provato a distanza di un anno, nel corso del concerto di Bologna? Che tipo di feeling hai avvertito nell’aria? Un mondo di amore, amore, amore; poi “Attenti al lupo” cantata con Morandi e il Bologna, la sua squadra del cuore. Sul palco sicuramente si è realizzato un momento di allegria ed ironia vera, e lui questo voleva… l’ironia.
Raccontami ciò che vuoi, una storia, un evento, un concerto… a ruota libera, per descrivere ai lettori chi era il vero Lucio Dalla. LUCIO è luce, gioia, colore, pianto, malinconia, mare, terra, sogno, paura, silenzio, ironia, simpatia, e molto altro. Ecco… che cosa era Lucio nei concerti .
Un’ultima cosa: quale è stata secondo te la canzone più bella che Lucio ha scritto? Come si fa a dire una canzone! “Cara? “Henna”? “Anna e Marco? “Attenti al lupo”? Caruso? Visto che lui ha scritto un’opera, “Tosca Amore Disperato” forse dentro a quella meraviglia c’e tutto Lucio… IL GENIO E LA FOLLIA.
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