Recensione
- Final Gate Records
- Anno: 2015
Che il death metal melodico sia un genere nel quale si è già detto tutto, è un fatto.
Nel circuito underground i giovani gruppi che si approcciano al genere sono tanti, molti davvero bravi, ma rimane la sensazione del già sentito, ogni volta che il laser del nostro lettore comincia a leggere la musica inserita nei compact disc.
Poi, come un’improvvisa tromba d’aria sulla costa, arrivano dal nulla opere che incollano le orecchie alle cuffie, travolgenti, spettacolari, suonate benissimo e composte da canzoni una più bella dell’altra.
Il ongwriting, rimane l’elemento più importante per il successo qualitativo di un album, in qualsiasi forma di musica ci si muova, lo stato di grazia di un gruppo nel creare un lotto di brani che entrino nell’ascoltatore, come un coltello nel burro, è il fattore x per la riuscita di un album.
I tedeschi Islay il loro fattore x, lo hanno trovato nella stesura dei brani che sono andati a formare questo piccolo gioiello che di nome fa The Angel’s Share, secondo capitolo della loro discografia, iniziata con il debutto omonimo uscito nel 2012.
Death metal melodico di estrazione scandinava, un concentrato di furia metallica, perfettamente incastonato in brani dall’appeal formidabile, squarciati da funambolici solos dai rimandi classici, strutturati su ritmiche dirompenti e resi ancora più selvaggi da un growl/scream superlativo.
Band che non si prende troppo sul serio (il sopranome del frontman è un simpaticissimo Chicken), testi che parlano di scotch whiskey, ma un impatto che travolge, aiutato da tecnica da vendere e il famoso songwriting di cui sopra, davvero notevole.
Ne escono undici tracce di death metal melodico, che farà impazzire i fans dei gruppi storici, famosi con le loro opere più riuscite nella metà degli anni novanta: la sfrontatezza dei primi Children Of Bodom, la tecnica degli In Flames, la furia guerresca degli Amon Amarth, l’animo death/black dei migliori At The Gates, sono le armi con cui il gruppo ci investe con il suo riuscito esempio di musica estrema, melodica, durissima ed esaltante.
Veloci sfuriate metalliche, rallentamenti e ripartenze, anthem da capocciate sulla scrivania della vostra stanzetta, sono le virtù riscontrabile in questo ottimo The Angel’s Share, che, specialmente nella seconda parte, viene ulteriormente abbellito da parte di interventi tastieristici, avvicinandolo ancora di più ai fantomatici bambini di bodom.
Self Adulation, Dein Herz, la spettacolare e brutal (i vocalizzi grind del vocalist a metà brano sono una genialata) Instinct e la bellissima titletrack, fanno parte di un lavoro che riconcilia alla grande con il genere.
Amanti del death metal melodico, fatevi sotto, c’è da divertirsi con gli Islay!
Tracklist:
1. Self Adulation
2. Under the Sway of God
3. World Wide Suicide
4. Dein Herz
5. Havok and Decay
6. Blind Messiah
7. Instinct
8. Go Astray
9. Napalm Solution
10. Charger
11. The Angels’ Share
Line-up:
Picco – Bass
Lemmi – Drums
Baal – Guitars
Tommy – Guitars, Synths
Chicken – Vocals