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Isola di Pasqua, Atlantide, Petra e Nomadelfia…cos’hanno in comune?

Creato il 19 maggio 2010 da Dallomoantonella

Isola di Pasqua,  Atlantide, Petra e Nomadelfia…cos’hanno in comune?   Isola di Pasqua

Isola di Pasqua,  Atlantide, Petra e Nomadelfia…cos’hanno in comune?
Atlantide

Isola di Pasqua,  Atlantide, Petra e Nomadelfia…cos’hanno in comune?
Petra

Isola di Pasqua,  Atlantide, Petra e Nomadelfia…cos’hanno in comune?
Nomadelfia

Partiamo dal titolo:

Isola di Pasqua, Atlantide, Petra e Nomadelfia cos’hanno in comune?

 Innanzitutto l’alone  di mistero e di fascino  che le circonda;  per l’isola di  Pasqua  si tratta delle sue 400 statue giganti che troneggiano come degli dei  sopra i prati ai piedi dei monti e davanti all’oceano  silente; per Atlantide si tratta  della leggenda che da sempre  la riguarda e la racconta tramandandocela come un sogno, un mito sospeso e perduto  nella memoria  senza tempo delle civiltà passate  ma che in qualche modo non ci rassegnamo a lasciare morire;  per Petra  si tratta  della suo essere stata costruita  nella pietra stessa, tanto che viene anche detta la città perduta  che per lungo tempo rimase nascosta perché mimetizzata  nella montagna stessa che la proteggeva come una rosa  specialissima e delicata; per Nomadelfia  si tratta  del suo essere un popolo  che sceglie contro ogni logica  atea ed agnostica  di  vivere   il senso di solidarietà   perfettamente  e nel suo più autentico spirito  evangelico.  Delle quattro  l’unica perfettamente  vivente e vitale nel suo spirito  di testimone  del tempo  che rimane ancorato  alle radici della storia.

 

Oltre al mistero  ed all’indiscutibile fascino   emerge un altro elemento in comune; l’attenzione rivolta alla religione, al pensiero spirituale;  è stato lo spirito religioso  che ha portato semplici uomini ad erigere statue come fari  immortali  a difesa  di un mondo  desiderato incontaminato e felice; è stato lo stesso spirito religioso  che ha portato   Atlantide a diventare quell’ immaginifica  città-castello  espressione di  inesauribile  saggezza e  bellezza;  lo stesso  dicasi per Petra  che viene ricollegata  ai tesori dei  magnifici Templari;  più che mai dicasi per Nomadelfia che  come un germoglio  rarissimo  e  suadente   non ha ancora smesso di sedurre   gente nuova, gente se vogliamo curiosa, bizzarra, anacronistica o forse semplicemente  gente vera, gente semplice, gente  diversa.

 Altre cose che hanno in comune: Petra e l’isola di Pasqua sono entrambi luoghi  dichiarati  patrimoni dell’Unesco;    non ancora  questa dichiarazione  vale  per Nomadelfia  che di architettonico non ha molto  perché la bellezza della sua struttura  è tutta interiore, è tutta antropologica,  è tutta spirituale…ma non ho esitazioni a definire  questa comunità patrimonio dell’universo   e non solo dell’Unesco.  E naturalmente  questo valore aggiunto  non può  essere attribuibile   ad  Atlantide che però se fosse accessibile come luogo reale e non solo come luogo della memoria o della fantasia,  ovviamente non potrebbe mancare in questa lista.

 Riflettendo ancora si potrebbero  trovare  altri punti in comune;  tutti questi quattro mondi  pur essendo  nel mondo  più o meno visibile  non sono  totalmente  del mondo,  come se gli volessero sfuggirgli, come se volessero conservare  la loro in contaminazione.   Vedi Petra che per essere raggiunta  obbliga ad itinerari non esattamente semplici; vedi l’isola di Pasqua  che è un luogo assolutamente  isolato; vedi  Atlantide che ha voluto addirittura sprofondarsi in fondo all’oceano; vedi Nomadelfia  che ha fatto della sua  diversità  una missione, uno statuto esplicito e dichiarato.

Insomma, nel cuore  amiamo  l’irraggiungibile, ciò che si distingue,  mentre nella vita quotidiana  contiamo i passi che ci separano da questo ideale di perfezione  e di   saggezza.


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