Vecchiano di giugno, 2011.
La poesia, che giustamente, è, di tutti gli esercizi letterari, la più libera, la più disinteressata e la più pura, si è anch’essa impegnata; si è rivestita di carne, ha accettato di avere un soggetto, di avere una realtà, di dire e cantare le cose, e secondo l’ammirabile massima di Paul Eluard, di essere non più ispirata, ma di ispirare. L’intelligenza non può che servire la luce; l’intelligenza dell’uomo appartiene all’uomo ed è diretta all’uomo. Farle trasgredire questa norma significa ucciderla. Non si può pensare né dire, né scrivere qualsiasi cosa. C’è, alla fantasia dei dottrinari del fascismo, del tradimento, del crimine e della morte, un inflessibile limite: la verità. Prima della crisi che l’universo ha recentemente attraversato, la civiltà italiana e la civiltà francese coltivavano la verità. Esse erano al servizio dell’uomo. Esse sono e saranno, nella verità ritrovata, al servizio dell’uomo. (meditazione su un pezzo di: La verità ritrovata di Jean Cassou, Rinascita, settembre 1946).
LETTERE SULLA GERMANIA, 1844
L’annientamento della fede nel cielo
ha una importanza non soltanto morale,
ma anche politica: le masse non sopportano piú
con cristiana pazienza la loro miseria terrena,
e aspirano ardentemente a una beatitudine sulla terra.
Il comunismo
è una conseguenza naturale
di questa mutata visione del mondo,
e si estende per tutta la Germania.
Una manifestazione
altrettanto naturale è che i proletari,
nella loro lotta contro lo stato di cose esistente,
abbiano come guide gli spiriti piú avanzati,
i filosofi della grande scuola;
questi trapassano dalla dottrina all’azione,
scopo ultimo di ogni pensare.
-Heine-