Cosa pensereste di un marito che preferisce aggiustare la sua macchina, piuttosto che portare la moglie, che sta per partorire, in ospedale? E se vi dicessimo anche che il risultato di tanto egoismo è che il bambino è nato morto? Terribile. Eppure sono cose che capitano. Capitano ad esempio nel deserto del Neghev, in Israele. Sorvolando dall’alto questo fazzoletto del mondo, si notano tante piccole oasi abitate: sono i villaggi dei beduini. Non vivono in case, ma in grosse tende e dormono su materassi sparsi sulla sabbia all’ombra di larghe tele. Intorno alle tende corrono sempre dozzine di bambini, spesso figli dello stesso padre, ma non della stessa madre. E dentro le tende, vivono rinchiuse le donne beduine. Donne che, neanche a dirlo, sono considerate proprietà del marito. Già, una proprietà. E questa è la somma di una triplice forma di discriminazione:
- innanzi tutto, queste donne sono musulmane, e all’interno della società ebraica israeliana, rappresentano una minoranza;
- in secondo luogo, sono donne che vivono in una società fortemente patriarcale, dove mariti e padri hanno il completo controllo su di loro;
- infine, vivono nel Neghev, una zona periferica, rispetto al centro di Israele, e lontana dalle zone industrializzate.
La donna beduina è la vittima di una tradizione molto forte, in cui la religione è mal interpretata. Tra queste donne, ci sono molte vittime distupri e incesti. Vittime che non hanno nessuno a cui rivolgersi, all’interno della comunità, e sicuramente non possono presentare denunce alla polizia, perché rischierebbero di essere uccise. Non deve stupire, quindi, che le donne beduine siano molto chiuse, difficilmente facciano capire le loro sensazioni e i loro stati d’animo: non sono abituate a parlare con stranieri, e quindi è difficile capire cosa le faccia star male. Molte di loro soffrono, ad esempio, di tumori al seno ma, nonostante il vicino ospedale Soroka di Beer Sheva abbia i macchinari per mammografia più avanzati al mondo, quasi nessuna si fa visitare: i mariti non vogliono che le proprie mogli vengano visitate da estranei. Certo, possiamo fare ben poco, per loro. Ma sicuramente parlarne è meglio che tacere!
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