Ieri sera sono stato ad un altro concerto, sempre nell'ambito del festival musicale dell'Iksv: un concerto in un posto speciale, nella chiesa armena di Surp Vortvots Vorodman ("Santi figli del tuono") lasciata in stato di abbandono per 90 anni e poi restaurata e riaperta a dicembre 2011, coi fondi (statali) di Istanbul 2010 capitale europea della cultura; viene usata come chiesa nelle più importanti ricorrenze liturgiche, ma per l'appunto anche come centro culturale. In programma, per piano e viola: Šostakovič, Beethoven, Schumann e soprattutto Komitas (prete e compositore, il padre della musica armena: che sperimentò sulla propria pelle - impazzendo - le deportazioni del 1915); i due solisti, Peter Nagy e l'armeno-americana Kim Kashkashian.
[...]
( per continuare a leggere, cliccate qui)