Altra preziosa proposta culturale: la mostra di tappeti ottomani della collezione Arkas - fine XIX, inizio XX secolo secolo - all'omonimo centro culturale di Izmir. Lucien Arkas è un ricco uomo d'affari, a capo della Holding anch'essa omonima, che ha deciso di impegnarsi nel mecenatismo di alto profilo: e ha trasformato il vecchio consolato francese, uno dei pochi edifici ottocenteschi a uscire indenne o quasi dal grande fuoco di Smirne del 1922 (quando la città tutta venne praticamente ridotta in cenere), in spazio espositivo per grandi mostre.
L'ultima in programma, per l'appunto, quella sui tappeti realizzati nelle manifatture imperiali di Feshane e Hareke, oltre che nel quartiere di Kumkapı in riva al mare di Marmara (sempre a Istanbul) e a Sivas - in tutto 55 magnifici esemplari, che rendono la collezione Arkas tra le più importanti al mondo. Non sono un esperto di tappeti, ma dalla lettura del catalogo che accompagna e presenta la mostra ho colto tre spunti: si tratta di opere uniche, quelle di Kumkapı - oltre che in seta - realizzate con fili d'oro e argento; la produzione dei tappeti, rigorosamente a mano, nacque di pari passo con l'industrializzazione (la manifattura di Feshane, in riva al Corno d'oro, venne infatti costruita nel 1834 per produrre tessuti e fez per il nuovo esercito che aveva preso il posto del corpo dei giannizzeri)
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