Un gruppo di radioastronomi statunitensi, guidati da Frazer Owen del National Radio Astronomy Observatory (NRAO), ha ottenuto la migliore immagine radio in “colori veri” di Abell 2256, un’affascinante regione del cosmo da lungo tempo studiata per le sue particolari caratteristiche, dove ammassi di centinaia di galassie si stanno scontrando fra di loro, dando vita a una pirotecnica varietà di fenomeni visibili soltanto alle lunghezze d’onda radio.
Abell 2256, in un immagine radio a “colori veri” realizzata con il VLA. Crediti: Owen et al., NRAO/AUI/NSF
I ricercatori hanno utilizzato le capacità recentemente migliorate del Karl G. Jansky Very Large Array (VLA), l’osservatorio radio in New Mexico costituito da 27 parabole a configurazione variabile, divenuto famoso anni fa grazie al film Contact. Il VLA possiede ora una maggiore sensibilità e permette una migliore campionatura delle frequenze, restituendo quella che i radioastronomi definiscono un’immagine radio in “colori veri”. Il che significa vedere quella regione di cielo come apparirebbe se i nostri occhi fossero sensibili all’intero spettro delle onde radio anziché alla luce visibile. In questa immagine di Abell 2256, in via di pubblicazione su Astrophysical Journal, il colore rosso corrisponde alle zone dove predominano le onde radio più lunghe, mentre il blu mostra dove è stata rilevata emissione principalmente in onde radio più corte.
Abell 2256 si trova a circa 800 milioni di anni luce dalla Terra e si estende per qualcosa come 4 milioni di anni luce; per avere un termine di paragone, l’area dell’immagine è pressappoco grande quanto quella occupata in cielo dalla Luna piena. Bella come un quadro astratto per i profani, agli occhi degli scienziati l’immagine mostra con una chiarezza mai raggiunta prima una serie di curiosi oggetti, pennellati dallo scontro di gruppi di galassie, la cui esatta natura rimane in parte misteriosa. “L’immagine rivela dettagli dell’interazione tra due ammassi che si stanno fondendo e suggerisce che durante tale scontro entrino in gioco processi fisici non ancora presi in considerazione”, ha detto Owen.
Sono fenomeni a cui gli scienziati hanno dato dei nomignoli come “grande relitto”, “alone”, “coda lunga” e che, in buona sostanza, rappresentano i luoghi e i processi dove delle particelle vengono accelerate, oppure “sedimentano” e perdono energia. «Quello che campeggia come emissione diffusa», spiega Daniele Dallacasa dell’Università di Bologna e associato INAF, «è il relitto, che rappresenta la superficie dell’onda d’urto generata dalla collisione di due ammassi di galassie. La striscia sottile è la coda di una radiogalassia che si muove velocissima, dove i colori misurano l’età radiativa degli elettroni: blu per quelli giovani e rosso per gli anziani. Al di sotto del grande relitto è stata rilevata un’altra regione a emissione diffusa di più bassa brillanza superficiale, detta alone, caratteristica di ammassi in fase di major merging, che non è però visibile alla frequenza e risoluzione usata per questa immagine».
Referenze:
Su arXiv l’articolo Wideband VLA Observations of Abell 2256 I: Continuum, Rotation Measure and Spectral Imaging, di Frazer Owen, Lawrence Rudnick, Jean Eilek, Urvashi Rau, Sanjay Bhatnagar, Leonid Kogan
Fonte: Media INAF | Scritto da Stefano Parisini