Per tutta la durata del salone internazionale del libro di Torino, la sera ho aspettato -con sentimenti contrastanti di interesse, divertimento e di angoscia- i diari di Paola Bottero . Nonostante non ne abbiano dato risalto i grandi media, la Calabria quest’anno è stata regione ospite, con tutti i privilegi che ciò ha comportato e le responsabilità che il ruolo avrebbe dovuto comportare. Il parere di amiche e amici calabresi, presenti a vario titolo, è stato unanime: un’altra buona occasione gettata alle ortiche (rispetto al perchè rimando ai diari di Paola). Del resto – nonostante autori,autrici e caseED calabresi più che degne di interesse nonchè occultate – non c’era da aspettarsi qualcosa di molto diverso. Questo, visti i presupposti noti a chi ha in qualche modo a che fare con l’editoria in Calabria, o semplicemente a chi ci vive e si trova a dover fare i conti -da che ho memoria storica- con una gestione della cosa pubblica tutt’altro che trasparente e con una classe dirigente, per lo più, incapace o irresponsabile, che pure viene votata e lasciata a far danni come nulla fosse.
Un altro dato, come ricorda Annamaria Testa, è anche che il Salone del libro si porta dietro numeri piuttosto deprimenti sullo stato dell’editoria e dei libri. Tuttavia, alle sue 10 domande agli editori italiani ne affiancherei una, che non vorrebbe essere semplicemente una provocazione: e se – per il 2014- le scrittrici e gli scrittori dei grandi numeri,in Italia, decidessero di affidare la pubblicazione di una loro opera ad una piccola/media casa editrice di proprio gusto, per aiutarla a non soccombere totalmente alla crisi e a rilanciarsi?
Ben altre riflessioni fa Clara Jourdan, sul sito della Libreria delle donne di Milano, a proposito di una politica editoriale che, in generale, rinuncia a promuovere gli autori e le autrici di qualità, e propone che si percorra la strada di “pungolare le case editrici, i distributori e le librerie perché pubblichino e promuovano quello che riteniamo importante, e pubblicare in proprio solo in casi eccezionali“.
Loredana Lipperini, invece, oggi cita la tesi di laurea di Martina Volpe “il sesso dei libri”, che spero potremo leggere al più presto. A questo punto si apre un buco nero, rispetto al quale ci sarebbe anche da raccontare la passione e la gioia con la quale ci si impegna in una serie di progetti di rilancio e che, ad esempio, hanno spinto alcune donne a voler credere ed inaugurare, per la casa editrice sabbiarossa, nata nell’estate del 2011, una nuova collana editoriale dal titolo Genealogie. Collana, questa, che vuole raccogliere e dare valore a voci, narrazioni, scritture di donne. Oppure, penso anche alla Jo March Agenzia Letteraria, nata nel 2009. Queste esperienze, così come altre, non me le figuro come tentativi di “gettar secchi d’acqua su una proprietà in rovina e condannata”, ma piuttosto come prove tecniche di r-esistenze, di donne che provano a far propri e a valorizzare spazi di vita-lavoro nei quali, evidentemente, si trovano a loro agio.
Torino, presentazione di contro versa. da sx Mara Rechichi, Ivana Pintadu, Monia Andreani, Lucia Cardone, foto di sabbiarossaEDp.s. un ringraziamento particolare a Mara, disponibile anche questa volta ad esserci di supporto nelle presentazioni di contro versa: a Gerace, dove non sono potuta andare per malattie esantematiche varie ed eventuali, a Torino dove non è potuta essere presente Giovanna perchè bloccata sulla A3. Per la serie: basteranno le maschere apotropaiche ?!