Da quando mi sono smart-fonizzato e netbook-izzato è diventato molto facile interagire con i social network anche durante i viaggi, e ho preso così l'abitudine di scrivere, ogni sera o quasi, su FB le mie riflessioni a caldo sulla giornata di viaggio appena trascorsa. In realtà all'inizio era più che altro un modo per informare mia madre della situazione in cui mi trovavo, ma poi mi sono accorto che in molti leggevano con piacere quello che scrivevo. Sotto l'etichetta Istantanee ho pensato dunque di raccogliere quei post, viaggio per viaggio, nazione per nazione, e di pubblicare l'insieme sul blog; ne viene così fuori uno scritto forse meno utile a livello di informazioni, ma molto più spontaneo e ruspante degli articoli ragionati su cui ho sempre basato i contenuti del blog stesso.
THAILANDIA (21/12/2014 - 11/01/2015)
Eccoci di nuovo in viaggio! Arrivare al Cairo col buio fa abbastanza impressione: un mare di luci così esteso che una volta che ci sei dentro nemmeno dall'aereo in quota se ne vede la fine.
Che sia questa la città più grande che il mio occhio abbia mai osservato (o forse Pechino)?
Comunque, ora un lungo scalo e poi si rivola verso la mia seconda volta a Bangkok!
Una curiosità: sembra che Bangkok sia la capitale dalla temperatura media annua più alta del pianeta...quindi sono stato in entrambi gli estremi (poiché Ulan Bator, seguita da Astana, hanno il record di capitali più fredde).
Comunque dopo una prima toccata e fuga, cui ne seguiranno varie altre, domani si parte subito per un posto più "particolare": Kanchanaburi e il ponte sul fiume Kwai, che l'esplorazione abbia inizio!
Kanchanburi è una graziosa cittadina della Thailandia centrale affacciata su un bel fiume che porta il nome di Kwai (la guida LP dice che si pronuncia all'inglese "quei" altrimenti vuol dire "bufalo" e i thailandesi si tagliano dal ridere). La sua notevole fama turistica viene però da un fatto piuttosto triste, fu infatti qui che i giapponesi durante la seconda guerra mondiale diedero il via ai lavori di costruzione di una ferrovia che causarono decine di migliaia di morti per la fatica, gli stenti e i maltrattamenti (che diedero alla tratta il bel poco lusinghiero nome di "ferrovia della morte", e infatti il ponte ferroviario sul fiume Kwai è molto famoso e compare anche in un celeberrimo film.
Tale ponte è l'attrazione principale della zona, e visto che il treno ci passa solo 4 volte al giorno (e una alle sei di mattina), e anche pieno di turisti che ci passeggiano sopra e si fanno i selfie sdraiati sui binari.
La cittadina è molto gradevole, e a parte musei e cimiteri di guerra ci sono molti punti interessanti e suggestivi.
Oggi è successo un fatto curioso: ero in una stradina pedonale che il pomeriggio si riempie di bancarelle che vendono cibo crudo e cotto, quando all'improvviso da alcuni altoparlanti è uscita una musichetta e improvvisamente tutta la fiumana di gente si è fermata e si è messa sull'attenti fino alla fine delle note...all'inizio non me ne ero neanche accorto perché ero concentrato sui banchi, ma poi alzando la testa mi sono reso conto che ero l'unica persona che camminava e si muoveva...è stato anche simpatico vedere gli sguardi divertiti della gente che vedeva la mia faccia sorpresa (se fossi stato un fumetto ci sarebbe stato il classico punto interrogativo sopra la mia testa).
Chiudo con una constatazione e una domanda:
1- il giorno che quando parto ricorderò di mettere in valigia una penna sarà festa nazionale (meno male che esistono i 7eleven, salvezza dell'umanità sia autoctona che turistica);
L'unica cosa da capire è cosa cazzo ci stava a fare quella fila di decine di enormi navi mercantili (liberiane o maltesi...mah) circondate da chiatte varie tutte alla fonda a metà strada tra l'isola e la cittadina di Si Ratcha (da dove parte il battellino), ma tanto le spiaggette belle stanno sull'altro lato dell'isola [NdA: poi l'ho scoperto, sulla costa si trova la città di Laem Chabang, che è il porto commerciale più grande del paese].
Un'altra considerazione: quant'è bello frequentare la rete, conoscere gente e scambiarsi culture e opinioni sulle proprie passioni (senza aver letto i validissimi blog che seguo normalmente non avrei mai saputo dell'esistenza di Koh Si Chang), e poi se si riescono a incontrare persone conosciute in rete si scopre quanta gente fantastica esiste...e anche che il mondo è pieno di donne meravigliose (a cominciare dalle mie amiche dei Castelli ^_^), che quando le saluti dopo aver passato un po' di tempo insieme, dopo magari averci parlato per mesi davanti allo schermo di un pc, pensi: beato chi se le pija (mia nonna, mia madre, e Diana Dietrich direbbero: pijatele te!...quando te sposi? Daje 'mpò che sei vecchio!)...o forse sono solo stato sempre fortunato!Oggi, dopo un viaggio di oltre 7 ore in bus sono approdato a Sukhotai, la città nuova non sembra granché a dire la verità, ma tanto è la città vecchia, il parco storico-archeologico più importante del paese, quello che spinge la gente a venire fin qui...a domani dunque.
1- un tizio alle nove di mattina al Victory Monument, c'erano già 28 gradi e lui stava col piumino!
2- una vicina di posto sul bus, giovane e carina tra l'altro, che quel poco d'inglese che sapeva lo voleva mettere in pratica e alla domanda su come si chiamava ha risposto Loo (ci ho messo venti minuti a capire che la prima lettera era una R e non una L...e solo dopo averglielo fatto scrivere...si chiamava Rost).
3- le cozze hanno un colore che più che al nero si avvicina al verde.
Sukhotai è stata la prima capitale del Siam (seguita a ruota da Ayuthaya, Thonburi e infine Bangkok...le mie conoscenze con gente del posto generano sapere), e ancora adesso è il suo sito archeologico più importante e, benché non sia neanche lontanamente paragonabile ad Angkor, è un posto molto interessante e il titolo UNESCO ci sta tutto.
L'area è parecchio estesa, ma sapete bene che quando mi si dà la possibilità di esplorare un posto in bicicletta mi trasformo nella perfetta sintesi tra Marco Polo e il buon Miguel Indurain dei tempi d'oro; quindi oltre ai classici "must see" (che insieme a "topfive", "brainstorming", "governance" e "apericena" sono le mie parole di uso comune preferite...peste vi colga) come il Wat Mahatat e il buddone del Wat Si Chum, mi sono riuscito a infilare anche in altri posticini gradevoli come la zona boscosa a ovest, con tanti tempietti tra gli alberi sulle collinette, o il Wat Phra Pai Luang, che si, è uno di quelli con più roba, però viene abbastanza snobbato a favore di quello col buddone che è là vicino, e quindi quando ci sono arrivato ero completamente solo (poi qualcuno è arrivato, ma la sensazione iniziale è stata da paura!). Insomma, un'altra giornata proficua.
Vediamo un po' cosa mi offre per la notte di festa!
Lampang è autentica, interessante, rilassante, gioviale come i suoi abitanti...in breve è CARINA DA MORIRE!
Si, ci sono alcune città che durante un viaggio ti colpiscono al cuore, ce ne sono state varie in passato, e ora ce n'è una in più.
Ok, Lampang non è poi così piccola (avevo scritto come Albano, ma in effetti forse raggiunge anche le ragguardevoli dimensioni di Velletri), e non così sperduta e disabitata...però i carretti trainati da cavalli ci sono per davvero!
Sembrava che tutto concorresse a farmela piacere (tranne l'autista del tuk tuk che non trovava la mia guesthouse, non sapeva dove fosse), ma l'ostello era graziosissimo e con gestori simpatici e gentili; poi era ora di cena, la notte di capodanno ed era ora di uscire.
La guesthouse si trova sulla riva nord del fiume, non vicinissima al centro, ma il quartiere è incantevole, con tutte casette di legno a due piani (come la guesthouse stessa del resto), e lì e anche sull'altra sponda, dove c'è la zona più caratteristica della città (altra zona deliziosa, con casette di legno o coloniali) non sembrava ci fosse molto movimento, solo famiglie che cenavano all'aperto, vicino alla strada, e cantavano al karaoke, e al mio passaggio mi salutavano tutti calorosamente e mi facevano gli auguri.
In tutto ciò, io avevo anche la scusa: visitare il parco sul monte Doi Suthep/Doi Pui che domina la città. Così, dopo aver girato ancora un po' per Lampang scoprendo le sue altre meraviglie, ed essere nel pomeriggio approdato a Chiang Mai per questa mia tanto attesa seconda volta, stamattina abbastanza presto, armato di motorino (un mezzo catorcio a dire il vero, ma è servito allo scopo) mi sono avventurato sui tornanti che portano agli oltre 1800 metri di quota di queste due montagne. L'esperienza è splendida e da fare assolutamente perché anche se i turisti sono moltissimi e si generano alcuni ingorghi (santo motorino) il tempio in cima al Doi Suthep è spettacolare, le varie cascate sparse tra i boschi sono incantevoli, il palazzo reale sulla montagna è interessante e ha dei bellissimi giardini (mi ha ricordato un po' i Glover Garden di Nagasaki...quelli però sono più belli), e percorrere la strada tortuosa e strettissima in mezzo ai boschi per arrivare ai due villaggi Mong è una sensazione che non si dimentica (e oltretutto i villaggi sono anche suggestivi...anche quello completamente invaso di turisti e bancarelle)...che dire? Sono felice e soddisfatto!
Il mio amore per questa città cresce sempre più: o Chiang Mai Chiang Mai, perché sei tu Chiang Mai?
Ma anche il capoluogo di questa regione, che gli dà il nome, è titolare di uno dei siti che non volevo assolutamente perdere: il Wat Rong Khun, un tempio tutto bianco e scintillante che si trova 13 km a sud del centro della cittadina. Eccomi dunque di nuovo in sella a uno scooter (che tra l'altro userò anche domani per l'esplorazione della regione, lo fanno in molti) a girare in un luogo sconosciuto.
Il tempio bianco merita assolutamente una visita, anche se è pieno di turisti e nell'aria non vi aleggia un'aria magica o antica (la costruzione è in effetti moderna) ma il colpo d'occhio che offre è davvero unico anche per lo standard dei templi tailandesi.
Anche le città di Chiang Rai è molto gradevole, e in effetti si gira bene anche a piedi; oltre a un altro paio di templi importanti (c'è anche una moschea e una chiesa) e una torre dell'orologio kitschissima (si può dire?) si segnala per i mercati: quello del mattino è molto grosso e sta vicino alla mia guesthouse, quello serale sarà testato sicuramente, ma inoltre oggi che è sabato la principale via della città si anima di un sontuoso mercato di strada con centinaia di bancarelle fino alle 10 di sera...e io che ho già visto che stavano preparando il tutto ora me ne vado proprio a fare un giretto con shopping annesso!!
Ah, sembra che la città sia anche famosa per il caffè, non sono un amante ma testerò per voi.
Però ho il dubbio che quello di questo sabato fosse un mercato speciale (in fondo era il primo mercato dell'anno) perché, a parte che la gente era tantissima, ma nella parte centrale, in corrispondenza di un parchetto, c'erano delle installazioni floreali e le aiuole erano colme di decine di migliaia di fiori di ogni tipo e colore: gigli, tulipani, ortensie, rose, peonie e tanti altri (com'è che riconosco le peonie ancora devo spiegarmelo) che davano un colpo d'occhio e un profumo notevolissimo; e poi c'era un concerto di un gruppo che credo fosse abbastanza conosciuto, il palco era piccolo ma la gente a vederlo suonare era tanta e molti cantavano le loro canzoni. Un'altra bella esperienza da mettere nel carniere.
Ma oggi invece era quella che nelle mie aspettative sarebbe stata (è lo è stata) la giornata più interessante e importante del mio viaggio.
Sempre in sella al mio fido scooter infatti ho fatto una volata di un'oretta circa fino a Mae Sai, la città più settentrionale della Thailandia e sono arrivato fino al confine con il Myanmar che si raggiunge a mezzo di un piccolo ponte che attraversa uno stretto fiume. Da un tempio sulla collinetta lì vicino si hanno anche dei bei panorami sul fiume e su Tachilek, la città birmana subito al di là del confine.
Oltre alle nazioni che ho visitato nella mia vita c'è un gruppetto di paesi con i quali ci siamo sfiorati, annusati, guardati, forse anche piaciuti a pelle, ma purtroppo non siamo riusciti a toccarci per problemi di tempo, o di burocrazia, o di possibilità; è il caso dell'Uruguay (visto al di là del fiume omonimo dal bus per le cascate Iguazu), di Brasile e Paraguay (visti dal sito delle tre frontiere a Puerto Iguazu, sulle sponde opposte dei fiumi Paranà e Iguazu), della Macedonia (osservata sulla sponda opposta del meraviglioso lago di Ocrida), della Bielorussia (avevo anche il visto di transito, ma l'aereo da Astana ha fatto ritardo e lo scalo è diventato troppo corto per uscire dall'aeroporto di Minsk), dell'Egitto due settimane fa (perché al Cairo il traffico è un fattore troppo aleatorio per stare sicuri col tempo, e poi 35 euro per uscire fare una fotto a piazza Tahrir e tornare mi sembrano troppi), e ora il Myanmar...ci sono arrivato a 50 metri, era lì, lo guardavo e non potevo raggiungerlo...me misero!
Oggi ho proprio macinato chilometri con lo scooter...vabbè, domani si torna a Chiang Mai, che dopodomani un aereo mi porta al mare.
La Thailandia, diciamocelo, è un po' inflazionata. Tutti vanno in Thailandia (e te credo!) e le mete più famose sono anche sempre piene di turisti e sembra che non ci sia niente di nuovo da scoprire; bene o male anche tutte le mie tappe sono state abbastanza comuni (tranne Koh Si Chang forse, ma lì i turisti thailandesi comunque ci vanno). Eppure una piccola scoperta sono riuscito a farla: una cittadina poco meno di 30 km a sud di Chiang Mai, a portata di scooter dunque, di cui non si parla molto, ma quel poco che si dice un pochino attira...si chiama Lamphun.
In effetti se sulle guide, che trascurano tantissime cittadine che magari sono anche graziose, un trafiletto se lo ritaglia, vuol dire che quei tre quarti d'ora di scooter per raggiungerla sono spesi bene; ed effettivamente Lamphun ha tutto ciò che deve avere una cittadina thailandese per piacere: un centro storico circondato da un piccolo canale con i resti (pochi) delle mura, come Chiang Mai stessa, un tempio bello e importante al centro (che è poco famoso ma devo dire che è bello davvero, forse uno dei più interessanti in assoluto che ho visto) più altri più piccoli sparsi dentro e fuori la città vecchia alcuni dei quali esibiscono degli antichi chedi in mattoni classificabili come "resti archeologici", un po' di casette di legno tradizionali, un fiume solcato da un ponte pedonale coperto e adibito a mercato dell'artigianato, un museo nazionale, un ampio e colorato mercato coperto...ho anche parcheggiato davanti a un ristorantino familiare dove mi sono fatto un sontuoso piatto di agnolotti in brodo con polpa di granchio e verdure...ma insomma, che cosa deve fare Lamphun per convincervi ad essere visitata? Mettersi una scopa di dietro e spazzarvi casa?
P.P.S. bello fare il primo bagno al mare dell'anno il 6 gennaio!
Phi Phi Don e Phi Phi Leh...CAZZO QUANTO SONO BELLE!!!!!!
Comunque, dopo st'escursione fatta ieri, oggi invece mi sono noleggiato uno scooter e sono partito alla scoperta di quasi tutte le principali baie e spiaggette dell'isola di Phuket, ce n'è per tutti i gusti; grandi, piccole, belle...e più belle ancora; e poi ci sono anche svariate cose da vedere, tipo un buddone enorme in cima a una montagna da cui vedere un panorama che abbraccia tutta la metà meridionale dell'isola e anche di più, oppure farsi un giretto a Phuket Town che è piuttosto carina, con un po' di casette coloniali.
Alla fine c'è da dire che Phuket forse non è da inserire in una vacanza in Thailandia, ma E' una vacanza in Thailandia, un viaggio a sé stante che necessiterebbe svariati giorni...io invece sempre tutto di fretta...vabbè, qui il viaggio è quasi finito...ma non ancora!
L'escursione al parco nazionale della baia di Phangngan è qualcosa di meraviglioso; certe volte ti accorgi che la natura è un architetto che raggiunge vette che nemmeno Calatrava, Foster o, si, anche Bernini, si sognano la notte! La parte finale del golfo di Phangngan è costellata di isolette dalle pareti rocciose altissime e caratterizzata da una serie di strette insenature che si infilano in una sterminata foresta di mangrovie. In questo tripudio di sfumature di verde (gli alberi, l'acqua e le pareti rocciose ricoperte di bassa vegetazione), tra le centinaia di isolette si fanno notare un villaggio musulmano interamente costruito su palafitte e l'isola diventata famosa per il film di 007 "L'uomo dalla pistola d'oro".
Insomma, questo dovrebbe essere l'ultimo post scritto durante il viaggio, però sto ancora con gli occhi che mi sbrilluccicano!
P.S. Ma quant'è bello svicolare in motorino per il traffico di Patong Beach cantando a squarciagola "er traffico de Roma" dei Radici nel Cemento? (che tanto ar traffico de Roma quello de Patong je fa 'n baffo, qua non sanno guidare, anzi si, ma sono mooooooolto prudenti, e io svicolo a Roma figurate se noo faccio a Patonza bbicch)!