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Istat: giovani in crisi, piu’ di 2 milioni non lavorano e non studiano

Creato il 23 maggio 2011 da Stefanoperri

ISTAT: GIOVANI IN CRISI, PIU’ DI 2 MILIONI NON LAVORANO E NON STUDIANONon lavorano e non studiano, sono soprattutto donne, del Mezzogiorno e con una licenzia media, anche se aumenta sempre piu’ la quota tra diplomati e stranieri. E’ l’esercito dei ‘Neet’ (Not in education, employment or training): nel 2010 sono poco oltre 2,1 milioni, 134 mila in piu’ rispetto a un anno prima (+6,8%), i giovani fra i 15 e i 29 anni che non hanno un lavoro e non frequentano alcun corso di istruzione o formazione. Secondo la fotografia scattata dal Rapporto Istat 2010 rappresentano il 22,1% della popolazione nella stessa fascia di eta’ (20,5 nel 2009). Nonostante l’incidenza del fenomeno continui a essere piu’ diffusa tra le donne (il 24,9%), tra i residenti del Sud (30,9%) e tra i giovani con al piu’ la licenza media (23,4%), si legge nel rapporto, l’incremento dei Neet ha riguardato soprattutto i giovani del Nord-est (+20,8%), gli uomini (+9,3%) e i diplomati (+10,1%), ma anche gli stranieri. Nel 2010 sono 310 mila gli stranieri Neet, un terzo della popolazione tra i 15 e i 29 anni. Il 65,5% dei “Neet” e’ inattivo, anche se solo la meta’ non cerca un impiego e non e’ disponibile a lavorare. I disoccupati rappresentano il 34,5% dei Neet; nel Mezzogiorno circa il 30% e’ disoccupato e il 45% e’ comunque interessato a lavorare. Tra i Neet, vive con almeno un genitore l’87,5% degli uomini e il 55,9% delle donne. Fra queste ultime, circa 450 mila sono partner in una coppia, con o senza figli e rappresentano il 38,3% delle Neet italiane. La condizione di Neet permane nel tempo: oltre la meta’ dei Neet resta tale per almeno due anni. D’altro canto, piu’ si rimane fuori dal circuito formativo o lavorativo, tanto piu’ e’ difficile rientrarvi. Per quando riguarda invece il lavoro prosegue nel 2010 la flessione degli occupati 18-29enni (-182 mila unita’) dopo la caduta particolarmente significativa del 2009 (-300 mila unita’). In termini relativi, il calo dell’occupazione giovanile (-8,0 e -5,3%, rispettivamente nel 2009 e nel 2010) e’ stato circa cinque volte piu’ elevato di quello complessivo.Nel 2010, e’ occupato circa un giovane ogni due nel Nord, meno di tre ogni dieci nel Mezzogiorno. Piu’ nel dettaglio il tasso di occupazione degli uomini 18-29enni e’ al 59,2% al Nord e al 35,7 nel Mezzogiorno, con il minimo del 30% in Campania e Calabria; quello delle giovani donne e’ al 47,2% al Nord e al 21,9 nel Mezzogiorno, mentre in Campania e Calabria si colloca intorno al 17%. Ogni 100 giovani atipici nel 2009, circa 16 erano occupati stabilmente dopo un anno (erano 26 tra il 2007 e il 2008). Il 60,1% dei giovani a distanza di un anno ha ancora un contratto a tempo determinato o un rapporto di collaborazione. Nel 2010 circa un milione di giovani aveva un lavoro temporaneo.



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