Di Grazia Serao. Secondo i dati diffusi oggi dall’Istat l’occupazione nelle grandi imprese italiane nel mese di giugno è rimasta (in termini destagionalizzati) invariata rispetto a maggio sia al lordo sia al netto dei dipendenti in Cassa integrazione guadagni (Cig).
Confrontando questo dato con quello relativo a giugno 2013 emerge una diminuzione dell’occupazione nelle grandi imprese dello 0,8% al lordo della Cig e dello 0,5% al netto dei dipendenti in Cig.
Per quanto concerne poi la retribuzione media di ogni lavoratore per ora lavorata l’Istat registra una diminuzione dello 0,5% rispetto al mese precedente. Rispetto a giugno 2013 la retribuzione lorda e il costo del lavoro per dipendente (al netto dei dipendenti in Cig) aumentano rispettivamente del 2,2% e dell’1,6%.
Davanti a queste cifre che mostrano un’economia che resta al palo, il primo commento arriva Guglielmo Loy, segretario della Uil: «è sempre più preoccupante il calo di occupazione dipendente che sta investendo da anni la grande industria»; e aggiunge:«i dati diffusi dall’Istat mostrano che a patire più pesantemente gli effetti della crisi continua a essere il settore delle costruzioni».
Notizie migliori arrivano infine dal mondo dell’agricoltura. Sulla base dei dati Istat c’è stato un aumento rilevante nel numero di lavoratori dipendenti e un incremento record del 5,6% nel secondo trimestre del 2014 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Secondo la Coldiretti «il trend positivo dell’agricoltura è il risultato di una crescita record del 27,6 per cento al nord e del 28,6 per cento al centro mentre si registra un calo nel sud Italia (- 8,3 per cento). Si stima peraltro - precisa la Coldiretti - che abbia meno di 40 anni un lavoratore dipendente su quattro assunti in agricoltura, dove si registra anche una forte presenza di lavoratori giovani ed immigrati». Un segnale incoraggiante «per battere la disoccupazione viene anche - continua la Coldiretti - dall’aumento del numero di imprese agricole condotte da giovani under 35 che nel secondo trimestre sono salite a 48620 unità con un aumento del 2,6 per cento rispetto al trimestre precedente».