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Istat: tra sfiduciati e disoccupati in 6 milioni senza lavoro. La busta-paga il 27? Un miraggio

Creato il 27 ottobre 2013 da Stivalepensante @StivalePensante

Anche nel secondo triste 2013 fa registrare l’allarme disoccupazione: 6 milioni di potenziali lavoratori di cui 3, 07 i senza impiego e 2,99 gli sfiduciatio persone che vorrebbero avere un’occupazione ma non la cercano per motivi di famiglia o altri motivi.

Una manifestazione contro la disoccupazione ed il precariato (lindipendenza.com)

Una manifestazione contro la disoccupazione ed il precariato (lindipendenza.com)

L’Istituto di statistica precisa che i disoccupati sono persone che “hanno cercato attivamente lavoro nelle ultime quattro settimane e sono disponibile a lavorare immediatamente. Poi c’e’ una fascia intermedia che vorrebbe lavorare ma non cerca attivamente lavoro: molti perché sono scoraggiati (1,3 milioni circa), altri per problemi di famiglia o per altri motivi. Tutto questo segmento di persone e’ pari a 2,99 milioni. Infine c’e’ una altra sacca di persone ‘inattive’ che non sono disponibile a lavorare, ad esempio studenti che sono concentrati nel finire gli studi e casalinghe che hanno obiettivi chiari. I disoccupati, secondo le tabelle Istat, nel terzo trimestre ammontano a 3.075.000 (1.703.000 maschi e 1.372.000 femmine). La maggior parte dei senza lavoro si concentra nel Sud dell’Italia, 1.458.000: al Nord sono 1.041.000 milioni e al Centro 576.000. Gli inattivi totali invece sono pari a 14.460.000 (5.373.000 al Nord, 2.521 al centro e 6.566 al Mezzogiorno). Infine le forze lavoro potenziali (tra i 15 e i 74 anni) sempre nel secondo trimestre del 2013 sono pari a 2.998.000 di cui ben 1.888.000 al Sud, 704.000 al Nord e 406.000 al Centro.

La fascia dei più giovani che è potenzialmente occupabile nel complesso, ma inattiva, ha il numero di 538.000 persone tra i 15 e i 24 anni e di 720.000 tra i 25 e i 34 anni con una grandissima prevalenza di coloro che non cercano pur essendo disponibili a lavorare. L’Istat, infine, individua nell’area della ‘”sotto-occupazione’” nel secondo trimestre 2013 circa 650.000 persone mentre oltre 2,5 milioni di persone sono occupati con un ‘part time involontario’, in crescita di oltre 200.000 unita’ rispetto allo stesso periodo del 2012.

Per quanto riguarda la puntualità della busta paga, invece, questa sta diventando un miraggio per molti lavoratori italiani ed il tradizionale rito del 27 del mese salta sempre più spesso. Secondo quanto emerge da un’indagine dell’Adnkronos, 5 piccole e medie imprese su 10 fanno registrare nell’ultimo anno almeno una mensilità pagata oltre il termine stabilito; 3 su 10, invece, sono in debito con i lavoratori di almeno uno stipendio; 4 su 10, guardando al prossimo anno, temono di non poter essere puntuali, con un ritardo superiore ai 30 giorni, e quindi con una mensilità a rischio. Tra le cause indicate con maggiore frequenza dalle imprese che non riescono a onorare i loro impegni ci sono, nell’ordine, il mancato pagamento da parte di committenti pubblici; problemi di finanziamento con le banche; mancati pagamenti da parte di altre imprese e, in un numero inferiori di casi, difficoltà di gestione. In sostanza, si delinea un quadro in cui si è innescata una spirale tra contratti non rispettati, che vanno ad ampliare il divario fra fatturato potenziale e incassi reali, e la capacità delle imprese di onorare, a loro volta, i contratti di lavoro. Nei casi più eclatanti, il ritardo accumulato ammonta anche a diverse mensilità, con ripercussioni tangibili sul reddito disponibile delle famiglie e, a cascata, sui consumi.

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