Siamo talmente abituati a chiudere a chiave, incatenare, recintare, mettere password, telecamere di controllo e cartelli di segnalazione che quando non troviamo nessuna di queste cose la sensazione di star commettendo un reato si attenua.Paradossalmente, se uno mettesse un cartello con l'avviso: se dimentico di inserire il self service è tassativamente proibito rubarmi la benzina, allora, forse, qualche scrupolo maggiore la gente potrebbe farselo. Così no. Così è come trovare un portafoglio per terra: lo si associa a un evento fortuito, ci si tengono i soldi e si spediscono i documenti al proprietario. E con questo la coscienza è sistemata.Non che anticamente le persone fossero migliori. La possibilità del pasto gratis, come detto, è incastonata nella nostra natura e in quella di ogni animale anche se, probabilmente, gli animali non sono dotati di quella cosa che chiamiamo libero arbitrio, facoltà che dovrebbe permettere di controllare gli istinti più bassi.E allora è lecito chiedersi fin dove potrebbero arrivare gli onesti cittadini di una qualsiasi città italiana, e se il presunto o reale senso morale sia una cosa così universalmente diffusa e così effettiva come pensano molti studiosi [Wilson 1995, Hauser 2007, Haidt 2007]. O non è forse vero che il senso morale è presente quando siamo in grado di empatizzare con l'altro? E che in assenza di questa condizione, come è accaduto agli allegri rifornitori di carburante, non solo non ci si fa nessuno scrupolo (il pesante danno economico al gestore del distributore) ma si diffonde empaticamente la notizia cuccagna?
Infatti, si potrebbe addirittura stravolgere la sequenza normale affermando che gli illeciti rifornitori si sono comportati in modo altruista e generoso non tenendo per sè la notizia del rifornimento a sbafo ma diffondendola all'interno di quel più famoso cerchio magico empatico. Come chiamarlo un simile comportamento?Non è forse individuabile, in nuce, l'essenza primitiva del comportamento empatico, che è primariamente rivolto verso chi presenta una maggiore affinità genetica (i parenti)? E non è forse il libero arbitrio ad aver esteso questa iniziale empatia familiare alle varie altre cerchie, quella cittadina, quella nazionale e quella universale?Una conseguenza di queste considerazioni potrebbe essere che il senso morale è una forma di difesa del nucleo familiare o clan che non ha niente a che fare con l'universalismo altruista bensì con un più personale utilitarismo e che invece l'intervento, innaturale, del libero arbitrio, lo ha dotato del carattere universale che gli riconosciamo, estendendolo a tutta la specie umana (e per alcuni anche oltre).
Bibliografia.
J.Q. Wilson, Il senso morale, Ed. di Comunità 1995
J. Haidt, The new synthesis in moral psychology, Science, 316, 2007
M.D. Hauser, Menti morali. Le origini naturali del bene e del male, Il Saggiatore 2007
M. Santerini, Educazione morale e neuroscienze, Ed. La Scuola 2011
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