Cosa significa avere l’istinto materno?
Nel linguaggio comune l’espressione viene normalmente riferita all’amore istintivo di una mamma per il proprio bambino e al suo naturale desiderio di proteggerlo.
Tutto giusto, ci mancherebbe, ma quello che spesso non viene specificato è che, in effetti, non sempre questo impulso scatta nell’esatto momento in cui la mamma sente il primo vagito del suo piccolo e si trova occhi negli occhi con lui.
A me, ad esempio, alla nascita della Marmocchia, si erano riproposti nell’ordine i seguenti pensieri: non ci credo sono viva / però, non assomiglia quasi per niente ad una pantegana / non mi sento più gli organi dall’altezza ombelico in giù / nuuuuu la mia camicia da notte nuova! / siamo sicuri che sono viva? / che caxxo di freddo fa?!
Elaborare (soprattutto ad alta voce) frasi del tipo “Ecco la mia bambina, mammamia quanto la amo di già, sento che non potrei mai vivere senza di lei” non mi era davvero possibile in quel momento. Non ci conoscevamo affatto la Marmocchia ed io e più che un colpo di fulmine è stato tipo “Bè, in effetti più o meno t’immaginavo così”.
Intendiamoci, non che io non creda a chi invece ha sperimentato questa immediata comunione con il proprio piccolo. Ci credo eccome. Ma penso anche che al mondo siamo tutti diversi e per una mamma che ha sentito l’amore per il proprio figlio nell’attimo in cui lo ha visto per la prima volta, ce n’è una come me che ha semplicemente pensato “E così eri tu che ti rotolavi senza sosta dentro alla mia pancia. Ti facevo più lunga. Piacere, sono la tua mamma e ti giuro che di solito ho un aspetto migliore di questo”.
Molti sono soliti confondere l’istinto materno con l’ostentata venerazione per il proprio piccolo, abbinata alla costante enunciazione dei suoi innumerevoli pregi: “Il mio patatino-cucciolino-amorino ha camminato a sei mesi, parlato a sette e a partire dagli otto eseguiva già brevi calcoli matematici!” oppure “Mai una notte in bianco, mai un capriccio: dorme, mangia e va di corpo con una regolarità svizzera!”.
Altri pensano che l’istinto materno sia l’irrefrenabile voglia di procreare ad infinitum (o anche ad minchiam) e la costante invidia della pancia altrui.
Errore. I comportamenti di cui sopra hanno poco e niente a che fare con l’istinto materno. Trattasi verosimilmente di demenza senile (per le mamme over 50), rincojonimento precoce (per le mamme under 30) e distorsione della realtà mista ad allucinazioni post parto per tutte le altre.
Se lo chiedete a me non so rispondervi. So che difficilmente mi sbrodolo addosso nel parlare della nana (e se lo faccio credo di non rendermene conto), non ho l’invidia del pancione (ma spesso durante gravidanza e parto ho avuto l’invidia del pene) e davanti alle pance altrui reagisco con sincera gioia, senza per questo sentire la voglia di avere un altro marmocchio per casa (istinto quest’ultimo meglio conosciuto come istinto di conservazione).
Non lo so se l’istinto materno ce l’ho, ce l’avrò o ce l’ho mai avuto. Però so che quando la Marmocchia è malata mi prende una fitta ad altezza sterno che non se ne va finché non sta meglio. Che se penso alla mia vita di prima mi sembra estremamente più facile ma se penso alla mia vita di adesso mi sembra estremamente più vera. Che non ho mai imparato ad usare un solo telecomando per la tv, ignoro sistematicamente i quattordici programmi della lavatrice usando sempre i soliti due e ho la manualità di una foca con la tremarella; ma gli occhi della Marmocchia, sebbene ne ignori il perchè, mi restituiscono ogni giorno la completa adorazione che ha per me. E questo, per ora, a me sembra già un grosso passo.
Vi lascio al vostro week end, che spero sarà eccezionale, con qualche suggerimento per il mese di Novembre (e non solo):
- 26 Novembre a Milano: CONFERENZA”IMPARARE AD EDUCARE”
- Progetto “NESSUN BAMBINO ESCLUSO” dell’associazione L’ALBERO DELLA VITA
- Novembre a GIOCOMONDO (laboratori e feste per mamme e bambini)