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Istruzioni per rovinarsi la salute con lo yoga

Creato il 07 marzo 2012 da Milleorienti

Cari lettori, MilleOrienti sospende le pubblicazioni per qualche giorno, fino al 18 marzo 2012, data in cui tornerò dal Panjab indiano. Vado a guidare un gruppo di turisti del Tucano Viaggi: ci attendono le affascinanti feste tradizionali dei Sikh. Vi saluto quindi e vi lascio con una rubrica che ho pubblicato sul numero di marzo del mensile Yoga Journal. A presto, MR.

«Sul New York Times Magazine è uscito un articolo che sta facendo discutere parecchio il mondo dello yoga negli Usa. Si intitola “How yoga can wreck your body”, (cioè “Come lo yoga può rovinare il tuo corpo) ed è una segnalazione di un libro di William J. Broad,  “The Science of Yoga: the Risks and the Rewards” (“La scienza dello yoga: rischi e benefici”)  pubblicato in America a febbraio 2012 da Simon & Schuster.

Il libro e l’articolo fanno molti esempi di persone che hanno avuto danni fisici praticando lo Yoga. Perlopiù si tratta di praticanti improvvisati che eseguono gli asana in modo estremo – cioè scorretto -  perché non tengono conto della compatibilità fra un determinato asana e il proprio corpo e finiscono così per ottenere dalla pratica più danni che benefici. Broad è lui stesso un praticante di yoga e ha condotto per cinque anni lunghi studi in giro per il mondo, vagliando le ricerche di istituzioni scientifiche e laboratori ma anche di vecchi archivi di Calcutta. Il risultato è un indice puntato sui “pericoli dello Yoga”, pericoli cui in realtà sono soggetti quei praticanti americani – soprattutto maschi – che vedono lo Yoga come una “gara” a chi è più abile a eseguire gli asana più complessi e difficili. Persone incoscienti che si spingono oltre i propri limiti, con ricadute a volte tragiche sulla propria salute.

Istruzioni per rovinarsi la salute con lo yoga

Questo tipo di atteggiamento è molto lontano dal vero spirito dello Yoga, che insegna invece ad acuire la consapevolezza psicofisica tenendo conto anche di debolezze corporee ed eventuali malanni (per esempio, problemi nella zona lombare) per cui certi asana sono adatti a qualcuno ma a qualcun altro no. Gli errori che Broad denuncia sono dunque figli di una impostazione competitiva che riduce lo Yoga a una disciplina sportiva in cui ciascuno deve dimostrare di essere più bravo degli altri – atteggiamento, come dicevo, più riscontrabile in certi praticanti maschi piuttosto che nelle femmine.

Le risposte dei praticanti di Yoga non si sono fatte attendere, e sul sito del New York Times Magazine sono apparse anche critiche (non sempre velate) nei confronti del libro, accusato di sensazionalismo e di addossare allo Yoga una responsabilità che invece va addossata ai praticanti stessi (quando praticano erroneamente) e agli insegnanti, che hanno la responsabilità di insegnare asana “su misura” che tengano conto delle condizioni fisiche del neo-praticante. E’ molto probabile che il dibattito durerà a lungo e sarà interessante seguirlo».


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