It’s kind of a funny story(USA 2010)
Regia: Anna Boden, Ryan Fleck
Cast: Keir Gilchrist, Zach Galifianakis, Emma Roberts, Lauren Graham, Zoë Kravitz, Aasif Mandvi, Jim Gaffigan, Viola Davis, Thomas Mann, Jeremy Davies
Genere: matti da slegare
Se ti piace guarda anche: Qualcuno volò sul nido del cuculo, Si può fare, Youth in Revolt, Charlie Bartlett, Wonder Boys
Uscita italiana: ?
Trama semiseriaUn ragazzino di 16 anni arriva in ospedale annunciando di essere sul punto del
suicidio. L’infermiera gli ribatte: “Cavolo, eppure mi sembra che il Festival di Sanremo non sia nemmeno ancora iniziato…” e il ragazzo risponde: “Già, però prova tu ad avere come mamma
una mamma per amica e poi mi dirai”. Fatto sta che lo internano nel reparto psichiatrico dell’ospedale per adulti (il reparto minori è momentaneamente chiuso: hanno rinchiuso troppe fan stalker di Justin Bieber) e lì dentro farà amicizia con un sacco di persone interessanti e conoscerà pure una gran bella tipa. Insomma gente, basta con i villaggi vacanze: quest’estate si va tutti in manicomio!
Recensione cannibaleQuesti sono i miei film. Una pellicola indie girata con non troppi soldi, ma nemmeno con troppo pochi soldi, una storia più o meno adolescenziale con un protagonista più o meno fuori di testa e più o meno con manie
suicide. Una colonna sonora supercool con XX, Drums, “Where is my mind?” dei Pixies suonata al piano e musiche originali dei
Broken Social Scene. Una regia che ogni tanto devia dalla routine per aggiungere animazioni e trovate alla
(500) giorni insieme. Un film moderno per concezione e realizzazione. E soprattutto con un pizzico di follia inside che non guasta mai.
Il protagonista di questa funny story, anzi questa sorta di funny story, è il ragazzino gay della serie tv
United States of Tara, quella in cui sua madre Toni Collette è una pazza totale con un sacco di personalità multiple. Questa volta è invece lui ad avere disordini mentali, ma poi nemmeno niente di così grave: è solo un adolescente sotto
stress per le prove di ammissione nei college più esclusivi degli statiunitidamerica che sta vivendo un periodo di
depressione. Tutto qua. Non ha subito particolari abusi sessuali quand’era piccolo, la sua famiglia è pressappoco normale, è leggermente sfigato, va bene, ma nemmeno sopra la norma. Allora cosa c’è che non va in lui? C’è solo una sorta di mal de vivre tipicamente contemporaneo e che non ha una precisa spiegazione. C’è solo che il mondo certe volte sembra un posto così strano e malato da viverci che anche noi ci sentiamo così. Strani e malati.
Paradossalmente, la cosa migliore per capire questo mondo fuori di testa è andare a vivere insieme a dei malati di mente: in questa funny story il nostro giovane protagonista finisce così praticamente internato nel braccio folle di un ospedale ed è qui che fa amicizia con lo squinternato
Zach Galifianakis, sì proprio il simpatico cicciobombo cannoniere non dei
Take That bensì di Una notte da leoni,
Parto col folle e della serie tv Bored to Death. Sì, ecco il nuovo
Jack Black solo con il cognome greco e un successo al botteghino decisamente superiore, visto che Black a parte School of Rock non ne ha più azzeccata una e il suo nuovo I viaggi di
Gulliver ho davvero una gran paura a vederlo ma presto o tardi mi sacrificherò per voi e lo guarderò.
Tornando sui sentieri normali del post, cioè tornando alla follia del film, il ragazzino pazzo (ma non pazzo pazzo come Donnie Darko o come
Natalie Portman ne
Il cigno nero, solo un tizio moderatamente fuori) fa conoscenza anche con una sua affascinante coetanea suicide girl interpretata da
Emma Roberts. Il cognome forse vi farà scattare un campanello d’allarme, visto che Emma è la nipotina non di Mr. Neutro Roberts, ma di Miss
Julia Roberts. Ok, penserete che è la solita raccomandata e forse all'inizio è stata anche così e l’ha agevolata nella gavetta, però la ragazzetta dimostra di avere una personalità tutta sua e da qui in avanti può benissimo camminare con le sue gambe senza aiuti famigliari alla
Checco Zalone. E a proposito di parenti dei famosi, nel film c’è anche la figlia di Lenny,
Zoë Kravitz, niente male pure lei.
Forse non tutto in questa pellicola funziona al meglio, altrimenti staremmo a parlare di mio
cult personale totale: c’è qualche trovata un po’ facile in fase di sceneggiatura, qualche personaggio di contorno schizzato è piuttosto stereotipato e il momento musicale sulle note di “Under Pressure” vorrebbe essere una figata ma perde il confronto con una scena qualsiasi di Glee.Nel complesso però è un mio chiamiamolo mezzo-cult. Insomma, una sorta di funny story e insomma anche tipo una sorta di mio cult. Kind of.
(voto 7,5)
Canzoni cult: Maxence Cyrin "Where is my mind?", The XX "Intro"