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It’s raining cows, hallelujah!

Creato il 29 marzo 2012 da Cannibal Kid
Condividi It’s raining cows, hallelujah!Cosa piove dal cielo?(Argentina, Spagna 2011)Regia: Sebastián BorenszteinCast: Ricardo Darín, Huang Sheng Huang, Muriel Santa Ana, Enric Rodriguez, Ivan Romanelli, Javier PintoGenere: i casi della vitaSe ti piace guarda anche: Touch, Babel, Magnolia, C'era un cinese in coma
Il mondo ha un senso?Le cose che capitano, capitano per caso?Quali sono i collegamenti tra persone differenti del mondo le cui vite si possono incrociare per un istante, per un’ora, per un giorno o magari per sempre?A queste, e a domande analoghe, hanno provato a rispondere, o perlomeno a rifletterci su, vari filosofi, vari romanzi, varie pellicole e adesso lo fanno pure la serie tv Awake con Kiefer Sutherland (di cui prima o poi parlerò) e il film argentino Cosa piove dal cielo?
Sono venute giù le rane. È successo in Magnolia e prima anche in un certo libro chiamato Bibbia.Sono piovute polpette nel film… Piovono polpette, appunto.Sono piovuti uomini, hallelujah, nelle canzoni di Weather Girls e Geri Halliwell.

It’s raining cows, hallelujah!Adesso è la volta delle mucche.E poi c’è gente che si lamenta della siccità… Se vi piove una mucca in testa siete più contenti?È da questo singolare episodio che prende il via il film Cosa piove dal cielo?, titolo originale: Un cuento chino, ovvero Un racconto cinese. Chiamarlo così anche in Italia sarebbe stata un’idea tanto cattiva?
Come sia, come non sia, la pellicola racconta l’incontro tra due personaggi parecchio diversi tra loro che uno di quegli strani scherzi del destino unisce non si sa bene per quale oscuro motivo. Forse lo scopriremo durante la visione, ammesso e non concesso che ce ne freghi qualcosa…Il protagonista è Ricardo Darín, partito come attore di telenovelas e oggi volto simbolo del cinema argentino, già visto tra l’altro nello splendido Il segreto dei suoi occhi, premio Oscar nel 2010 come miglior film straniero. È un po’ un Toni Servillo argentino, o se vogliamo il Lionel Messi del cinema. Fatto sta che quando dici: “cinema argentino”, lui è il primo che ti viene in mente. Sarà anche perché il cinema argentino non è che sfoggi chissà quali altri grandi talenti…Darín interpreta qui il solitario e scontroso proprietario di una ferramenta. È misantropo, musone e facilmente irascibile. Una sorta di Ebenezer Scrooge, giusto meno fissato con il denaro. Ogni tanto, diciamo spesso, sclera e tira fuori qualche colorita espressione española tipo “De puta madre”. Motivo per cui vale la pena, se possibile, recuperare la pellicola in lingua originale.

It’s raining cows, hallelujah!

"Oh, ma non potevo caricare una figa, invece di sto cinese sboccatore?"

In un giorno come un altro, ma non un giorno di pioggia in cui ti può capitare tra le palle una Licia per caso, un giorno in cui il Ricardo Darín se ne sta in giro a cazzeggiare per i cazzi sua, vede un ragazzotto cinese che viene scaraventato a malo modo giù da un taxi e così il nostro Scrooge scopre il suo lato tenero e decide di dargli una mano. Non l’avesse mai fatto.Quando gli dà un passaggio, il cinese - che ovviamente no habla español - gli vomita in auto. Roba da gridare, oltre che “De puta madre!”, “Maledetto il giorno che t’ho incontrato!”.Da qui inizierà un rapporto controverso tra i due, le cui vite in qualche modo finiranno per intrecciarsi sempre più per quegli scherzi del destino di cui parlavamo in apertura. Un rapporto che però non diverte o emoziona più di tanto, come invece accade con altri improbabili rapporti “bromantici”, buon ultimo l’eccezionale Quasi amici, diventato ormai un fenomeno di incassi anche da noi.La storiella di Cosa piove dal cielo? è carina, Ricardo Darin è bravo, ma il film proprio non decolla. Cinematograficamente non si segnala in alcun modo ed è un mistero come possa aver vinto l’ultimo Festival di Roma. L’unica spiegazione possibile è che la concorrenza non fosse certo al livello dell’ultimo Cannes. E a questo punto forse nemmeno del cineforum sotto casa…
Il legame tra i due improbabili “quasi amici” è scontato e intuibile fin dalla prima scena. La maniera con cui è realizzato l’intreccio è poi lontano anni luce dalla complessità dei disegni alla Magnolia di Paul Thomas Anderson o alla Babel di Alejandro González Iñárritu. Questa è una vicenda molto più semplice e lineare. Una riflessione ai minimi termini sulla complessità, evidentemente poi non così complessa, degli schemi divini o del destino che dir si voglia, che funziona solo fino a un certo punto.Se il film si segue con piacere, giusto con un filo di noia che affiora qua e là per l’incapacità della vicenda di crescere nel ritmo, allo stesso tempo arriva a una destinazione tanto prevedibile, quanto male realizzata.

It’s raining cows, hallelujah!

"Ricardo, ti posso spiegare: non è come sembra..."

Il finale, diciamolo, è una stronzata!ATTENZIONE SPOILERAl di là del fatto che è il solito telefonato lieto fine, perché il cinese, cui è morta la fidanzata schiacciata da una mucca, dovrebbe disegnare una mucca sorridente sul muro?E il fatto che Darín facesse collezione di articoli di fatti strambi e il cinese fosse il protagonista di uno di questi fatti è una coincidenza molto particolare, però non è nemmeno tutta questa cosa sconvolgente da farci su un film.E volete voi poi dirmi che a Ricardo Darín è capitato di incontrare un cagacazzo che in settimane o forse mesi non riesce a imparare una sola parola di spagnolo, nemmeno “Hola”, solo perché così potesse realizzare di amare, o almeno provare ad avere una storia, con la tizia che fin dall’inizio se lo voleva magnare come una pannocchia di granturco? Aveva proprio bisogno di sto tizio per capirlo?Più che mucche, nel finale di questo film piovono assurdità.A inizio post ci chiedevamo: “Il mondo ha un senso?”Alla fine di questo film non abbiamo trovato una risposta, ma semmai un’ulteriore domanda: “Questo film ha un senso?”(voto 5,5/10)

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