"Not really, in fact that's my 10th polish wedding and I guess I have been already here about 50 times in the last 7 years: Warsaw, Cracow, Wroclaw, Poznan, Gliwice, Katowice, Lodz, Nowy Sacz.."
Sorrisi piacevolmente stupiti e malcelatamente molto orgogliosi, che i polacchi se ci fossero le olimpiadi di amor patrio si giocherebbero sicuramente la finale con i francesi.
Per una serie di fortunate coincidenze, venerdì scorso quando la città si spalacava al massimo della sua bellezza all'allegra invasione di connazionali provenienti da ogni angolo del paese, vestiti di rosso e di bianco come la loro bandiera, e di stranieri (in maggioranza verdi inneggianti a Giovannitrapppattoni was italian but now he's irish, e blu che potevan esser ugualmente greci, italiani e francesi) per l'inizio dei campionati europei di calcio, ci atterravo anche io, preceduta da una panciona di sette mesi e seguita da un trolley a mano contenente:
- un cestello da vini di acciaio il cui diametro massimo era 22 cm (2 più dellla larghezza del bagaglio a mano consentito da wizzair, ma ho sfidato la fortuna certi che a Bergamo, troppo impegnati a farmi firmare mille fogli per avere il permesso di volare da appanzata, non mi avrebbero chiesto di infilare la valigia nella temibile gabbia misuratrice)
- una borsetta di vimini con catenella chanel vintage prestatami da mia mamma infilata nel cestello perchè non si ammaccasse
- una bustina trasparente con make up e prodotti di bellezza vari in versione miniaturizzata per contenere anche 36 simpatiche palline multicolore di plastica ripiene di acqua la cui funzione è diventare ghiaccio messe in freezer e poi essere messe nel cestello di cui sopra per tenere in fresco il vino
- un gancio di metallo lungo 40 cm per appendere il suddetto cestello ad un tavolo
- carta da regalo, carta velina, nastro da regalo, adesivi, la scatola originale piegata del secchiello, forniti dalla negoziante acciocchè potessi ricomporre in guisa di pacco come appena uscito dal negozio il secchiello con le palline da ghiaccio con il gancio, una volta giunta a destinazione.
- nei buchi lasciati dai citati elementi: un paio di sandali gioiello che mi stavano un po' stretti, un abito arancione lungo fino ai piedi da appanzata comprato on line (sia il fatto che fosse arancione, sia la modalità di acquisto on line sono state per me due novità probabilmente dovute all'incoscienza da ormone gravidico, ma alla fine il vestito mi stava oggetivamente bene), un paio di magliette, 3 paia di mutande, documenti, carica batterie, una sciarpa di organza color crema per coprirmi le spalle in chiesa e un sacchettino con orecchini di turchese ed il bracciale alla schiava di mia mamma, anche quello coi turchesi.
E la Viatrix? A casa coi nonni. Eh si, ho preso 60 ore di licenza dal servizio materno: ho avuto l'occasione di respirare l'atmosfera biancorossa della prima giornata delle partite, ritrovarmi a cena da sola col Senator in arrivo dall'ennesimo viaggio di lavoro, gioire con tutti i biancorossi del pareggio contro la Grecia neanche avessero vinto la finale ed il giorno seguente di partecipare con lui al matrimonio di una nostra cara amica.
La festa è iniziata pochi minuti dopo la cerimonia, alle tre e mezzo.
Alle tre e trentuno mi sono tolta i sandali, che chissà perchè fino al giorno prima mi andavano larghi: comunque mi ero cercata un vestito lungo fino a terra perchè già preventivavo l'idea di starmene scalza per mantenere meglio l'equilibrio, dovendo ballare con il baricentro spostato di parecchio. (E celare il piede di mammuth, i capillari ingrossati e tutte le altre meraviglie del corpo gravidico).
Si, ero la più elegante di tutti dopo la sposa, contribuendo alla fama di noi italiani che di stile ne sappiamo qualcosa più di altri. E si, mi sentivo bella, nonostante la mia attuale forma da barbapapà.
Domenica, cinque minuti prima del decollo verso Malpensa ho ricevuto un sms dall'Unità di crisi del Ministero degli Esteri: benvenuto ad Euro 2012. In caso di necessità contattare la nostra Ambasciata a Varsavia al numero +48 etc..