A Pavia non conoscevo nessuno e, quel che e' peggio, non riuscivo a far amicizia con nessuno: quando mi capitava la possibilita' di tornare a Torino a trovare le mie amiche, quelli erano momenti di enorme gaudio.Poi tornavo un fantasma trasparente che si spostava tra casa studio e tribunale. Mi sono anche domandata se la colpa fosse di Pavia o mia, poi sono andata a Dublino e dopo tre giorni li' avevo gia' un giro di amici e
conoscenti, i commessi del super sottocasa mi chiamavano per nome e il cameriere del bar italiano dove andavo a prendere il caffe' anche. Tornata a Pavia, di nuovo inghiottita nel nulla.
Spostatami su Milano per il lavoro, dite quello che volete di male su Milano, pero' di colpo ho avuto di nuovo dei colleghi con cui andare a pranzo, dei compagni di pendolarismo che mi tenevano il posto in fondo (quello da 4) sul pulman delle 7.30 perche' io arrivavo sempre all'ultimo minuto. Il mio ultimo giorno di lavoro ho portato pizze e focacce e birre e abbiamo fatto un festone in ufficio e i miei colleghi, tanto mi conoscevano bene, che mi hanno regalato un trolley bianco, da sposa.
E ho trovato un'amica che e' tutt'ora tra le mie piu' care.
Cosi' dopo aver ripreso ad avere una vita sociale anche sul posto e non solo in trasferta (cioe' quando vado a trovare le persone care nei vari posti dove sono dislocate), nel giro di una settimana mi sono dimessa, sposata e trasferita a Ginevra.
Miseria ladra che posto dal vuoto umano: sara' il calvinismo forse, quell'essere ricchi sfondati (una famiglia su dieci e' milionaria) ma non avere un ristorante dal servizio decente e accettare di farsi spennare cento franchi per due pizze e il vino della casa, per punirsi dell'aver desiderato uscire di casa? Per farla breve, per il primo anno e mezzo che sono stata qui ho ricercato i materiali e scritto la mia tesi di dottorato. Il giorno dopo aver finito la tesi ho fatto il test di gravidanza ed era positivo, per cui non sono stata impiegabile nemmeno per 24 ore. Poi e' nata la Viatrix e ora la Viatrix ha 14 mesi. In questi tre anni e mezzo ho continuato a viaggiare per andare a trovare le persone a me care quando il Senator e' via , ho ricevuto un sacco di amici come ospiti, ho fatto da mangiare per un sacco di persone di passaggio su Ginevra e ho fatto conoscenza con le mie vicine francesi, con le quali non ho nulla in comune, ma che sono estremamente gentili.
Ieri pomeriggio sono andata alla festicciola per i bambini organizzata dove lavora il Senator. Fosse successo tre anni fa, avrei sprizzato gioia da tutti i pori, felice di avere una possibilita' di conoscere altre mamme e magari non dico trovare un'amica ma almeno una persona con cui prendere un caffe' e scambiare una chiacchera interessante. Ma sono tre anni e mezzo che sono qui e non ho piu' fiducia.
Infatti e' stato orribile: meta' delle mamme presenti erano impiegate e stavano chiuse in circolo tra di loro, l'altra meta' erano accompagnate dai mariti che lavorano li' (il Senator lavorava al piano di sotto, non poteva staccare) e si introducevano tutti tra di loro mantenendo saldi i confini.
D'altro canto, quale contributo avrei potuto dare a discussioni del tipo; Ommioddio ti capisco, e' cosi' stressante trovare una nanny decente, noi ne abbiamo cambiate cinque prima di trovarne due che si alternano ogni dodici ore! Oppure: Hai provato la nuova Spa dell'Hotel venticinquestelle? Io non posso piu' vivere senza andarci almeno due volte alla settimana!
Io ero una mamma ne' impiegata li', ne' scortata dal marito. Pericolosa, suppongo. E poi mia figlia che cammina a malapena va incontro a tutti i bambini sorridendo per giocarci insieme. Ancora piu' pericolosa.
E' riuscita a giocare solo coi bimbi che erano stati temporaneamente abbandonati dai genitori assorti nelle chiacchere, perche' tutti gli altri venivano strattonati e allontanati dalle madri.
Abbiamo giocato mezz'ora con un bimbo piccolo come lei, quando finalmente si e' palesato il padre, anziche' ringraziarmi o dirmi hi, ha solo gridato il nome del bambino e se l'e' portato via in braccio.
Ho incrociato alcuni colleghi di mio marito per i quali ho imbandito la tavola di casa nostra, non mi hanno riconosciuto.
Ho salutato una collega che ci ha invitato a casa sua questa domenica a pranzo e le ho chiesto se le fa piacere che porti il tiramisu': da come ha sgranato gli occhi ho capito che non aveva la piu' pallida idea di chi fossi, anche se e' stata a casa nostra un mese fa.
E' normale, loro vedono un sacco di gente ogni giorno, io no.
O forse ho solo piu' memoria visiva.
Tre mamme ci sono passate davanti mentre facevamo la coda per la foto con Babbo Natale.
Due tizie tronfie e giulive si stringevano al petto due scatolone di fattoria duplo sussurrando: sai, il lego lo hanno regalato solo ai figli dei direttori in su', mica a tutti.
Appena usciti con l'auto dal raggio delle telecamere a circuito chiuso, ho vuotato il mio sacco delle frustrazioni.
Lo so che dovunque puo' andare cosi', ma il motivo per cui tutto questo mi sembra intollerabile e' che queste persone sono tutte istruite, con dei cv pazzeschi, hanno abitato in mezzo mondo, parlano tutti almeno tre lingue se non piu'..possibile che siano cosi' chiuse e superficiali?
Poi oggi pomeriggio ho ricevuto una mail dalla moglie del capo del Senator: ieri non c'era ma le e' venuto in mente di chiedermi se mi farebbe piacere vederci per un pranzo.
E allora mi dico, continua a crederci, che prima o poi a forza di zappare qualcosa cresce.