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ITAL, Hive Mind

Creato il 31 luglio 2012 da The New Noise @TheNewNoiseIt

Hive Mind

Esordio su Dischord a sbraitare post hardcore/garage con i Black Eyes. Poi i Mi Ami, il progetto electro-pop Sex Worker e, ora, Daniel Martin-McCormick, con il moniker Ital, si ritrova sulla splendida Planet Mu (il 2011 è stato un anno strepitoso per l’etichetta) a dispensare le sue visioni di house e italo-disco. Visioni del tutto peculiari, dato che – tra echi d’industrial dub e puntate techno – ogni pezzo ha un marchio di fabbrica riconoscibile e capace di porre le giuste distanze dal materiale di coloro che spaziano tra i generi per cazzeggio o convenienza, cosa che magari – erroneamente – la copertina “haunted” potrebbe suggerire a qualcuno. Invece no: Hive Mind è difficilmente catalogabile, nonostante sia il disco in cui Daniel meglio esprime il suo concetto di musica elettronica/dance. Magari non appaiono immediati picchi qualitativi, ma è l’attenzione per i dettagli ad accalappiare, sia quando ci dà dentro di destrutturazione house, sia quando l’inquadratura si sposta nettamente su strutture patchwork che fagocitano Lady Gaga e Whitney Houston, i Chemical Brothers e i Mouse On Mars. I campi di applicazione di ogni nome citato rendono ancora più evidente come Hive Mind sia dinamico e volubile, divertente e cesellato, magari non così “grande” da essere uno dei dischi dell’anno, ma dotato della capacità di calamitare l’attenzione degli ascoltatori più disparati.


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