Pur non essendo magari (anzi, sicuramente) la persona più indicata per celebrare l’italianità, visto che la mia cultura (o meglio pop culture) è sempre stata condizionata maggiormente dai paesi anglofoni (a proposito, buon St. Patrick's Day a tutti!) e visto che ritengo il nazionalismo una cosa più nociva che altro, ci sono comunque una serie (molto parziale e discutibile) di personaggi per cui sono fiero di essere italiano, come Lucio Battisti, Ennio Morricone, Mina, Michelangelo Antonioni, Federico Fellini, Sergio Leone, Domenico Modugno, i Verdena, i Partigiani, “La meglio gioventù”, Roby Baggio, Daniele Luttazzi, Massimo Tartaglia, Ilda Boccassini, Nanni Moretti, Enrico Berlinguer, Luigi Pirandello, Leonardo da Vinci, Andrea Pezzi, Massimo Coppola, Enrico Mentana, Max Stefani, Sabrina Salerno, Dario Argento, Asia Argento, Paolo Sorrentino, Vasco Brondi, i Crookers…
Finite le parole di celebrazione, di cui tanto sarà pieno il (cat)etere televisivo, ci tengo invece a notare di come sia triste vedere passati 150 dall’Unione per essere arrivati a questo, a questa Dittatura delle Escort, a questo paese spaccato in due tra una metà che è emanazione stessa del Premier e un’altra metà che è emanazione dell’odio nei suoi confronti. E le due parti sono talmente inconciliabili che ognuno se ne sta arroccato nella sua posizione credendo di essere superiore ai “rivali” e invece ce ne stiamo colando tutti a picco sulla stessa nave di miseria. Tutti tranne uno che se la ride allegramente alle nostre spalle, nonostante sia proprio lui la zavorra che ci trascina down down down.
150 anni per passare da Giuseppe Garibaldi...
a Walter Garibaldi all'Isola dei Famosi
Qualche mattina fa mi stavo recando al lavoro (ringraziando Dio, Allah e Buddah di avercelo, un lavoro), e mi sono imbattuto in una mamma a passeggio con il figlioletto sui 7/8 anni. Mentre mi domandavo come mai in quel momento non si trovasse a scuola, il bimbo si è messo a cantare una sua rilettura dell’Inno di Mameli che faceva: “Capelli d’Italia, l’Italia s’è desta”, con la mamma che gli fa: “Ma Gianluca, non è Capelli d’Italia…”E io, oltre alle risate provocate dalla suddetta scena, ho pensato che forse la madre si sbagliava. Chi lo dice che non si deve cantare “Capelli d’Italia”? Le nuove generazioni devono prendere il passato e trasformarlo a loro piacimento, in maniera creativa. Questo non significa cambiare la Costituzione per il proprio interesse personale, naturalmente, ma piuttosto rielaborare quello che è stato fatto e riappropriarsene in maniera originale.Vedendo questa divertente scenetta, mi è anche tornata alla mente una meravigliosa canzone italiana e per un attimo ho pensato: possibile che Giuliano dei Negramaro abbia davvero scritto una cosa così profonda? Ma è stato solo un istante, perché poi mi sono ricordato che quel brano l’aveva composto Domenico Modugno. E io oggi sogno un futuro per i nostri “Capelli d’Italia” che sia proprio così: meraviglioso.