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Italia, è boom per le startup innovative

Da B2corporate @b2corporate
Con la complicità di un trattamento fiscale particolarmente favorevole, le startup innovative sono andate incontro in Italia a un vero e proprio boom. Superato anche il picco degli investimenti fatto registrare nel 2013: 129 milioni di euro scesi poi l’anno scorso a 120 milioni e poi risaliti (con un +11%) fino agli attuali 133 milioni.
I dati sono stati presentati dagli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano e Italia Startup, nella prima giornata di Smau 2015 e nell’ambito dell’Osservatorio Startup Hi-Tech.
Italia, è boom per le startup innovative
Altre cifre confortanti: i ricavi delle startup innovative finanziate, infatti, sono cresciuti del 26% nel 2014, raggiungendo i 184 milioni di euro, e sono aumentati anche i dipendenti assunti: da 1.252 a 1.565, per un incremento del 25%.
La ricerca ha anche permesso di tracciare un identikit-tipo dell’imprenditore che dà vita a una startup innovativa, forse meno giovane di quello che ci si poteva aspettare: 38 anni è infatti l’età media di queste figure, in maggioranza uomini (88%), dotato di una laurea e in più della metà dei casi con un percorso di studi scientifici e tecnologici. Tre volte su quattro, inoltre, le startup vengono fondate in un team.
Come era lecito aspettarsi le startup in ambito ICT sono i due terzi di quelle fondate, cioè un 68%, partendo da un campione di 79 startup finanziate da investitori istituzionali. Un settore in evidente crescita è invece quello life-science, aumentato dal 9% del 2013 al 23%.
Inoltre gli investimenti da parte di investitori non istituzionali, come Venture Incubator, Family Office, Club Deal e Business Angels, hanno fatto registrare una notevole crescita: da 57 a 75 milioni di euro, cioè il +32%.
Meno bene, invece, gli investimenti dei soggetti istituzionali, che hanno fatto segnare un -8%, anche se bisogna ricordare che nel 2013 molti investimenti da parte delle istituzioni hanno chiuso il loro ciclo e adesso dovrebbero partire nuovi accordi.
Secondo Antonio Ghezzi, Direttore dell’Osservatorio Startup Hi-tech del Politecnico di Milano, «Gli investitori non istituzionali in Italia stanno rivestendo un ruolo sempre più preponderante. Contribuiscono, infatti, a far registrare un nuovo picco al totale degli investimenti in Italia, che raggiungono così quota 133 milioni di euro e superando il picco del 2013 pari a 129 milioni di €. Tuttavia, la dimensione relativa degli investimenti italiani è ancora limitata quando comparata a quella di altri paesi europei, e il distacco si sta espandendo come previsto: nel 2014, gli investimenti interni in incubatori aziendali in Germania e Francia sono stati circa dieci volte superiori al valore di quelli riservati alle startup in Italia, mentre in Spagna sono stati circa il doppio».
C’è ancora molto da fare, insomma: è il parere anche di Marco Bicocchi Pichi, Presidente Italia Startup. «Riteniamo fondamentale che il Governo agisca sugli incentivi fiscali per l'ingresso dei privati, cogliendo la dinamica positiva mostrata dai dati di quest'anno. Pur apprezzando le misure introdotte nel passato, queste non sono ancora sufficienti a dare la spinta necessaria. Oltre a incentivare gli investimenti nei macchinari è importante defiscalizzare anche l'investimento e l'acquisizione di startup».
Nel frattempo un buon modo per dar vita a una startup di successo è risparmiare nelle forniture, ad esempio quelle per Internet aziendale: basta consultare le più convenienti tariffe ADSL e fibra su SosTariffe.it.

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