Gli azzurri chiudono con una sconfitta una brutta serie autunnale.
Molto su cui riflettere per Brunel
Se da questi tre test match ci si attendeva una conferma delle bella Italia vista nel Sei Nazioni 2013, questa non è arrivata.La partita contro l'Argentina va agli ospiti più per demerito degli azzurri che per merito dei pumas. Entrambe le squadre hanno infatti deluso le aspettative in una partita che è stata un vero e proprio festival dei possessi calciati via inutilmente.
La differenza l'hanno fatta la precisione e la maggior esperienza di Sanchez rispetto ad Allan. Il promettente azzurro ha infatti sbagliato diversi piazzati, alcuni dei quali da posizione non impossibile, mentre l'argentino ha sbagliato solo un calcio da distanza siderale, che è sembrato più un modo per mangiare 90 secondi vista l'inferiorità numerica che un serio tentativo di mettere tre punti sul tabellone.
Se Allan ha deluso dalla piazzola, non si può negare che abbia del talento e che sia in grado di fare bene in futuro, e la maglia titolare dovrebbe essere sua per il prossimo Sei Nazioni.
L'Omino Bialetti deve lavorare soprattutto sull'atteggiamento offensivo, in tutte e tre le partite, non si è infatti visto il gioco di corsa che ha caratterizzato le vittorie contro Francia ed Irlanda, il numero di calci a campanile o lunghi senza una vera e propria rincorsa dei backs che potesse mettere in difficoltà gli avversari non ha dato frutti.
In difesa gli azzurri hanno migliorato rispetto alle prime due uscite, ma sono stati testati meno, infatti anche i pumas sono ricorsi ad un numero esagerato di calci in gioco aperto.
La mischia non è stata il fattore determinante che si attendeva, persino contro l'Australia, da tutti ridicolizzata per la propria prima linea, ha concesso molto. Gli argentini hanno oggi vinto la mischia anche 7 contro 8.
Seconda e terza linea hanno fatto il proprio dovere, il premio di man of the match a Geldenhuys è parso un po' esagerato, ma non di può negare il gran lavoro degli avanti azzurri.