"italia, bene comune": dalla carta d'intenti...alla prova dei fatti?

Creato il 14 ottobre 2012 da Alessandro @AleTrasforini

I cardini del "patto" promosso fra le forze (auto)definitesi progressiste e riformiste sembrerebbe basarsi su una "carta d'intenti" arricchita da un titolo propenso a liberare larghissime interpretazioni, moltissimi punti di vista: "Italia. Bene Comune". Niente di più vero, sembrerebbe: specialmente in questa tragi(comi)ca contemporaneità è fondamentale perseguire la realizzazione di un bene collettivo che sappia "avvolgere" il maggior numero possibile di italiani.  Gli schieramenti fino ad ora coinvolti nella sottoscrizione del progetto sono tre: Pd, Sel e Psi.  E' solamente da queste "parti" che può provare a (ri)partire una rinascita? Dovrà spettare a questi Partiti l'onere di riabilitare l'onore di un Paese devastato da cima a fondo? Quale approccio e quanti sforzi sarà necessario perseguire per proseguire la strada stabilita da quello che i più identificano ormai come "montismo"?  Può l'etica di un percorso "sinistro" coniugarsi ed "adeguarsi" alla necessità di proseguire politiche di rigore a scapito di investimenti sulla crescita sempre più urgenti? Basterà una carta d'intenti per siglare una coerenza di percorso, fra primarie e necessità di governi "pro tempore"? A domande come queste è essenziale rispondere, provando a mettere però i fatti davanti ai semplici intenti: annunciare alleanze sulla base di semplici "principi" è un'opera che rischia di franare di fronte alla "declinazione" degli intenti pratici.  I punti fondamentali di questo primo ed embrionale "patto" sono i seguenti: 
  1. Europa: "La crisi che scuote il mondo mette a rischio l'Europa e le sue conquiste di civiltà. [...]non c'è futuro per l'Italia se non dentro la ripresa ed il rilancio del progetto europeo." Parlare di Europa sarà possibile solamente impostando una piattaforma che sappia impegnare "i progressisti" nel promuovere un accordo di legislatura assieme alle forze del cosiddetto "centro liberale";
  2. Democrazia: "Dobbiamo sconfiggere l'ideologia della fine della politica e delle virtù prodigiose di un uomo solo al comando." Di pari passo, quindi, potere da estendere anche alla consapevolezza collettiva (migliorando anche l'informazione, nds). D'altro canto, invece, emerge la necessità inderogabile di avere una politica che sappia "recuperare autorevolezza, promuovere il rinnovamento, ridurre i suoi costi e la sua invadenza in ambiti che non le competono";
  3. Lavoro: parola che sappia diventare "parametro di tutte le politiche". (Ri)definire gli argini del lavoro significherà alleggerire il peso sul lavoro e sull'impresa, attingendo alla "rendita dei grandi patrimoni finanziari e immobiliari";
  4. Uguaglianza: insistere sul "superamento delle disuguaglianze di genere", sottolineando come "nessun discorso sta in piedi se non si rimette il Sud al centro dell'agenda";
  5. Libertà: parola da intendersi come "possibilità concreta per le giovani generazioni di costruire i propri progetti di vita". Documento esclusivamente rivolto ai giovani senza futuro, dunque? Libertà significante anche necessità di oltrepassare gli "aspetti giuridicamente insostenibili" nel campo della legge di procreazione assistita, garantendo "piena applicazione" alla legge sull'aborto;
  6. Sapere: "la scuola e l'università italiane, già fiaccate da un quindicennio di riforme inconcludenti e contraddittorie, hanno ricevuto nell'ultima stagione un colpo quasi letale. Ora si tratta di avviare un'opera di ricostruzione vera e propria." Ricostruire, dando spazio a progetti specifici per riabilitare il pilastro più importante per alleviare i dolori del Domani;
  7. Sviluppo sostenibile: di fronte alla necessità di ridare "centralità alla produzione" sarà più che mai necessario insistere su una politica industriale "integralmente ecologica";
  8. Beni Comuni:"salute, istruzione, sicurezza, ambiente" sono campi dove, in via di principio, "non deve esserci nè ricco nè povero. Perchè sono beni indisponibili alla pura logica del mercato e dei profitti";
  9. Diritti: dalla concessione della cittadinanza italiana ai figli di immigrati nati e cresciuti nel nostro Paese all'urgenza di una legge contro l'omofobia, fino ad arrivare alla necessità di dare "sostanza normativa al principio [...] per cui una coppia omosessuale ha diritto a vivere la propria unione ottenendone il riconoscimento giuridico";
  10. Responsabilità: parola capace di riassumere i cosiddetti "impegni espliciti e vincolanti", assunti dalle forze che compongono la coalizione perchè "l'Italia ha bisogno di un Governo e di una maggioranza stabili e coesi". La declinazione di questa garanzia dovrebbe coincidere con la necessità di "sostenere in modo leale e per l'intero arco della legislatura l'azione del premier scelto con le primarie" che avrà anche "la responsabilità di una composizione del governo snella, sottratta a logiche di spartizione". Quali provvedimenti seguire in caso di controversie su specifici atti parlamentari? Serviranno (ma basteranno?, nds) "votazioni a maggioranza qualificata dei gruppi parlamentari convocati in seduta congiunta."
Il rendere una semplicissima carta d'intenti necessaria e sufficiente al garantire una maggioranza "pro tempore" stabile ed unita sembra essere una missione, visti i tempi e le pressochè azzerate credibilità, di difficilissima risoluzione. Il problema, specialmente in caso di convergenza con le cosiddette "forze moderate", dovrà essere quello di garantire un'unità di intenti che dovrà andare per forza "oltre" la semplice carta sottoscritta e controfirmata.  Si potrebbe anche soffiare sul fuoco, affrontando il complesso tema relativo alla nuova legge elettorale: cosa accadrebbe se gli accordi presi dovessero tradursi in numeri incapaci di consegnare agli italiani una maggioranza degna di essere chiamata tale? Su questo fronte persistono le voci che sembrano alimentare un eventuale nuovo "governo" di emergenza nazionale: creare una "maggioranza" larga potrebbe essere l'unica via per proseguire l'opera di risanamento del Paese? A questa domanda sembra rispondere, almeno parzialmente, il punto della riassunta Carta d'Intenti: non servirà veramente più chiamare un "uomo solo al comando" per risollevare il Paese e riequilibrare le disuguaglianze?  Fino ad ora, purtroppo, le primarie combattute a colpi di vo(l)ti e parole "chiave" sembrano non rendere pieno merito a questa ottica: quali programmi declinare alla prova dei fatti? Chiedere un voto od un sostegno deve significa esclusivamente sottoporre all'opinione pubblica solamente termini quali "rottamazione", "solidarietà" od "equità"? Chiedere un voto non potrebbe significare, invece, spiegare specialmente come declinare questi propositi compatibilmente con i dissestati conti pubblici? Come muoversi nel passaggio da "carta d'intenti" a "prova dei fatti"?  Il rispondere consapevolmente a domande come queste sembra, per fortuna o purtroppo, una missione ardua da sintetizzare al meglio: quali fatti realizzare con chi ha opinioni opposte su temi di vincolante importanza quali sostenibilità o diritti civili, tanto per citare due campi? Quali politiche perseguire includendo contemporaneamente in un solo schieramento chi ha difeso ed aspramente criticato il governo Monti? Quali diritti civili instaurare con chi sembra precluso a qualunque forma di ascolto se non accentrato su una non meglio definita "moderazione"?  Da difficoltà come queste potrebbero emergere, salvo differenti visioni, nuove sfide da risolvere: da questo punto di vista, forse, si potrebbero anche descrivere nuovi punti di svolta. Quali confini poter imprimere alle "voglie" di quei moderati che vorrebbero più di ogni altra cosa un "Monti aeternus"?  Quali rassicurazioni e "certezze" poter dare a quei "poteri forti" che vogliono anch'essi un "Monti per sempre"?  A queste domande dovrà saper rispondere, invece, una classe politica bisognosa di riacquistare fattori essenziali all'attività di Governo: chiedere di coerenza e credibilità per ulteriori esempi chiarificatori. Oltre la politica ed i buoni intenti dovranno trovare spazio, senza appello alcuno, le prove dei fatti: quali visioni e prospettive poter condividere per l'istruzione con eventuali forze moderate che hanno sostenuto e giustificato la "riforma" Gelmini? Su quali binari (ri)costruire il lavoro per migliorare il Paese includendo contemporaneamente sostenitori e detrattori dello "spartiacque" Monti? Quale idea di Europa poter disegnare per il futuro? Quale nuovo "bilancio" realizzare per ristabilire un equilibrio fra rigore, crescita ed equità su scala (solo inizialmente) continentale? Quante e quali "porzioni" di sovranità cedere per inserirsi in una cornice di maggior respiro? Quali provvedimenti poter realizzare concretamente in settori afferenti alle politiche energetiche o riqualificazione delle aree industriali?  Quali passi muovere realmente nei confronti della responsabilità sociale d'impresa o della prevenzione nell'ambiente di lavoro?  Quali procedimenti poter concertare e realizzare assieme a "moderati" di vecchia (o vetusta,  a seconda dei punti di vista) matrice nel campo dei diritti? A queste ed altre domande dovrà (od avrebbe dovuto rispondere, a seconda dei punti di vista) un "progetto" degno di tale nome; sarà necessario inseguire, però, una progettualità polivalente e contemporaneamente vicina ad un numero pressochè indefinito di campi. Dal sociale all'ambientale, dall'economico al gestionale, dal tecnico al normativo, dal burocratico all'emozionale, solo per citarne alcuni: realizzare un progetto inseguendo, senza se e senza ma, una lungimiranza forse mai appieno palesata.  Moltissimi altri discorsi sarebbero possibili, moltissime altre domande sarebbero realizzabili: cosa servirà per dirottarsi su un governo politico, abbandonando definitivamente questo (divenuto) perenne stato di "emergenza nazionale"? Ad elettori (e candidati a primarie) le ardue sentenze. 
Per saperne di più:
"Europa, lavoro, diritti e responsabilità: ecco i cardini dell'alleanza", L'Unità, 14-10-2012;
"La 'Carta d'Intenti' del Centro-Sinistra", ilpost.it,
(http://www.ilpost.it/2012/10/13/la-carta-dintenti-del-centrosinistra/2/)
"La nuova legge elettorale: Pd, Sel e Psi senza maggioranza", Pubblicogiornale.it,
(http://pubblicogiornale.it/politica/la-nuova-legge-elettorale-sel-pd-e-psi-senza-maggioranza/)


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