«Ma la vera rivoluzione sta nell'aver chiamato giocatori che prima non c'erano»...
Su Cassano:
«Col senno di poi le risposte sono sempre fin troppo lineari: dietro le scelte di Lippi c'era una presa di posizione per la coerenza. Volle premiare chi aveva partecipato a un ciclo di due anni, privilegiando la duttilità e la compattezza. Alla fine non è andata bene»...
«Cambiato? Io mi auguro che più o meno sia sempre lo stesso - con la sua simpatia e il suo modo di porsi. Fino a due o tre anni fa, e ancor più prima, aveva atteggiamenti sbagliati specie in campo. Lo ha riconosciuto anche lui, certe scoppole gli sono servite».
La partita contro l' Estonia:
«Nel primo tempo ho visto rispuntare i fantasmi del Mondiale, si vedeva la paura in campo: poi la squadra ha mostrato che non ci stava». «Prandelli è l'immagine della serenità e della concretezza ciò che serviva alla nazionale venendo dall'eredità di Lippi».