Nel week-end appena concluso l'Italia ha vinto praticamente in tutte le discipline in cui era in competizione. E' decisamente positivo il bilancio degli Europei di judo, dove, oltre alle 4 medaglie complessive (1 oro, 2 argenti ed un bronzo), la squadra azzurra ha lanciato alcuni giovani davvero talentuosi, già pronti a vivere da protagonisti le grandi ribalte internazionali. Verde, Regis, Fornaciti, Gwend, Fornaciti, Moscatt e Tangorre sono degli atleti su cui si potrà puntare ad occhi chiusi nei prossimi anni. Oltre alle giovani promesse, poi, fanno ben sperare i ritorni a buoni livelli dell'olimpionica Giulia Quintavalle e di Paolo Bianchessi, in attesa che i vari Bruyere, Faraldo e Moretti rientrino dai rispettivi infortuni. Dopo un anno di transizione, dunque, l'Italia del judo è tornata decisamente una potenza di questo sport e, vista la giovane età di molti dei suoi esponenti, in futuro si potrà migliorare ulteriormente.
Anche nella ginnastica artistica maschile (e sarebbe il caso di dire 'Finalmente!') per la prima volta dopo almeno 7 anni si sono visti all'opera dei giovani talenti italiani. Tra i seniores hanno ben figurato Paolo Ottavi (quinto agli anelli) e Paolo Principi (molto abile al volteggio), convincenti nella competizione a squadre e dotati di enormi margini di crescita. Priva per infortunio di Enrico Pozzo e per scelta tecnica di Igor Cassina e Matteo Angioletti (entrambi rientreranno ad ottobre per i mondiali), l'Italia si è classificata sesta nella prova per nazioni, un risultato impensabile alla vigilia. La medaglia d'oro di Matteo Morandi agli anelli, infine, ha rappresentato la classica ciliegina sulla torta di una rassegna continentale davvero soddisfacente per la rappresentativa tricolore. Da segnalare a livello juniores il bronzo di Marco Lodadio al volteggio: sì, il vivaio sta maturando.
Continua la magnifica e leggendaria epopea del tennis femminile azzurro. L'Italia, infatti, ha asfaltato per 5-0 la Repubblica Ceca, conquistando la quarta finale negli ultimi 5 anni. Sulle qualità delle varie Pennetta, Schiavone, Errani e Vinci ho già espresso più volte il mio parere. In questa occasione, invece, vorrei rispondere a tutti quei Soloni che ritengono 'inutile e snobbata' la Fed Cup. Questa competizione mondiale dalle grandi tradizioni, così come la Davis al maschile, è da sempre circondata da un'aurea di grande prestigio, perché premia il movimento tennistico di un Paese intero. Una vittoria per la propria nazione è certamente diversa da un trofeo individuale: trionfare insieme alle proprie compagne non ha prezzo. Negli ultimi anni, poi, l'Italia ha dimostrato di essere la nazionale più forte insieme alla Russia, un dato inconfutabile se si osservano con attenzione le classifiche mondiali (solo qualche esempio: selezioni come Danimarca e Bielorussia, sebbene possano contare su delle top10 come Wozniacki e Azarenka, non possiedono tuttavia altre atlete competitive a questi livelli). Negli anni scorsi, inoltre, abbiamo sconfitto in trasferta il Belgio di Justine Henin e la Francia di Amelie Mauresmo (ed in casa la Russia di Svetlana Kuznetsova): di certo non tenniste di seconda fascia... A novembre, poi, le azzurre voleranno in America per l'ennesima finale e quasi certamente questa volta troveranno le sorelle Williams (n.1 e 4 del mondo), desiderose di aggiungere questo trofeo alla loro già ricca bacheca: anche in quel caso, però, l'Italia scenderà in campo con la consapevolezza di poter realizzare una nuova impresa, senza alcuna paura. Infine voglio ricordare come fino al 2006 la nostra nazionale non conquistava successi dalla Coppa Davis del 1978, mentre il tennis femminile solo una decina d'anni fa arrancava in posizioni di non primissimo piano. Insomma, queste ragazze, al posto delle solite ed ingiuste critiche dei 'sapientoni' dello sport, meriterebbero l'erezione di un monumento.
Continua il momento di appannamento del ciclismo italiano nelle classiche. Dopo i segnali incoraggianti pervenuti la scorsa settimana all'Amstel Gold Race, nelle successive Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi i ciclisti del Bel Paese sono stati a dir poco anonimi. Delude sempre più Damiano Cunego, che non riesce ormai da molto tempo (Giro di Lombardia nel 2008) ad agguantare una corsa di prestigio e sembra aver smarrito la propria identità vincente. Tra due settimane inizierà il Giro d'Italia: il riscatto del nostro ciclismo sarà affidato ad Ivan Basso e Franco Pellizzotti. Inutile dire che Riccardo Riccò, in gare come quella di ieri, avrebbe senza dubbio battagliato per il successo finale: se ne riparlerà il prossimo anno.
Ottimi risultati sono giunti anche dagli sport motoristici. Tony Cairoli è nettamente il miglior pilota della classe Mx1 ed è già in fuga nel mondiale. Max Biaggi, invece, si è difeso nel Gp di Assen, mantenendo la seconda piazza in classifica a 20 punti da Haslam: il Corsaro è pronto a sferrare l'attacco a Monza.
Non sono andate a buon fine le qualificazioni ai Mondiali per nazionale femminile di hockey sul prato. Il quinto posto su sei squadre partecipante rappresenta certamente una battuta d'arresto rispetto alla crescita esponenziale palesata negli ultimi 3 anni. Sono pesate certamente le assenze di Matilde Canavosio e Julieta Franco, ma nel complesso la formazione del ct Fernando Ferrara è apparsa troppo fragile in fase difensiva e poco lucida in attacco. Tuttavia non è il caso di abbattersi: il vero obiettivo resta la storica qualificazione a Londra 2012 e questo incidente di percorso dovrà essere analizzato con attenzione per ripartire con entusiasmo verso il sogno a cinque cerchi.
Il memorabile week-end azzurro si è chiuso infine con il terzo posto di Giulia Sergas e Veronica Zorzi nella Coppa Europa di golf ed il medesimo piazzamento di Valentina Truppa nell'equitazione al Gran Prix di dressage. E' un'Italia che sta veramente benissimo.
Federico Militello
Magazine Sport
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