Il terzo posto di Arianna Fontana nei 500 metri della prima prova di Coppa del Mondo disputata a Calgary assume un peso specifico importante se raffrontato al contesto in cui è maturato. Nella distanza più breve dello short track in questo momento vi sono almeno sette atlete in grado di puntare al podio con continuità: le cinesi Meng Wang, Kexin Fan e Quihong Liu, le canadesi Valerie Maltais e Marianne St.Gelais e le azzurre Fontana e Martina Valcepina. Di queste una appare oggettivamente fuori portata per tutte le altre. Stiamo parlando naturalmente di Meng Wang, tornata in attività dopo un anno sabbatico ma per nulla arrugginita dopo la lunga inattività. Insomma, una concorrenza spietata e di altissimo livello, tuttavia il fatto che la 22enne valtellinese sia sul ghiaccio a battagliare ad armi pari con campionesse di questo calibro, indica come ormai l’azzurra faccia parte stabilmente del gotha di questo sport. La rappresentante del Bel Paese ha fatto segnare il nuovo record italiano nei 1500 (2’19″467) ed il primato personale nei 500 metri (43″413), ma l’impressione è che possa diventare addirittura più incisiva quando troverà piste meno scorrevoli rispetto a quella di Calgary e dove la capacità di resistenza sotto sforzo peserà maggiormente rispetto alla velocità ed alla pura scorrevolezza. In crescita, nel complesso, tutta la squadra italiana femminile: se Martina Valcepina è stata limitata da una penalità nei quarti di finale dei 500, la staffetta ha fatto segnare il nuovo record nazionale, abbattendo il precedente di quasi 3 secondi (4’10″977 contro 4’13″666), ancora non sufficiente per accedere tra le prime quattro, termometro di come le azzurre si stiano avvicinando rapidamente al vertice anche nella prova di equipe.
Un’ulteriore insidia per Arianna Fontana potrebbe giungere a breve proprio dai confini europei, tanto da rendere più avvincente ad inizio gennaio la rincorsa all’ennesimo trono del Vecchio Continente (finora l’azzurra ne ha vinti 4): la britannica Elise Christie, coetanea della nostra atleta, si è ormai consacrata a livello mondiale, come dimostrano la seconda e la quarta piazza conquistati nei 1000 metri. Da tenere d’occhio anche la 23enne olandese Jorien ter Mors, quarta nei 1500 e specchio di come il bacino di competitività dello short track si stia rapidamente espandendo anche verso nuove frontiere.
Se l’Italia sorride in campo femminile, non può far altro che storcere il naso per il settore maschile. Il miglior risultato è stato l’ottavo posto di Yuri Confortola nei 1500 metri, ma nel complesso tutta la squadra non ha convinto. Ha pagato lo scotto del debutto in maglia azzurra l’oriundo Anthony Lobello, mentre i giovani Tommaso Dotti ed Andrea Cassinelli appaiono ancora piuttosto distanti dal compiere il necessario salto di qualità. In questo contesto, poi, la concorrenza risulta addirittura più tremenda rispetto alle competizioni femminili. Alle potenze abituali (Corea del Sud, Usa, Canada e Cina), infatti, si è aggiunta anche la Russia, diventata una vera e propria corazzata ad un anno dalle Olimpiadi che ospiterà in casa. La compagine dell’Est Europa ha colto ben due vittorie (una con il naturalizzato fuoriclasse coreano Victor An e l’altra con Vladimir Grigorev, esploso a 30 anni), oltre che un prestigioso secondo posto in staffetta. Insomma, la selezione tricolore dovrà compiere una lunga e difficile scalata se vorrà tornare protagonista anche in un settore che l’ha vista al vertice per quasi due decenni.
OA | Federico Militello