L'Italia ha vissuto certamente un fine settimana esaltante sul sentiero delle Olimpiadi di Londra, distanti ormai appena 74 giorni.
I risultati più eclatanti sono giunti dal beach volley, dove le coppie formate da Greta Cicolari-Marta Menegatti e Daniele Lupo-Paolo Nicolai hanno conquistato un secondo posto storico nel Gran Slam di Pechino. Stiamo parlando di risultati sconosciuti al Bel Paese sino a ieri in una competizione così importante e che inducono a riflettere su uno dei problemi principali dello sport italiano: in quasi tutte le discipline, infatti, quasi sempre (forse per un gradito dono di Madre Natura) possiamo contare su atleti validi e di spessore internazionale; d'altro canto, tuttavia, mancano spesso allenatori e dirigenti validi ed in grado di far sì che questi potenziali promesse diventino effettivamente dei campioni. A supporto di quanto detto il beach volley ci viene in soccorso con un esempio lampante. I giovani Lupo-Nicolai si stanno rivelando al mondo non solo come il duo in grado di dettare legge in futuro, ma anche come una pericolosa mina vagante per chiunque già dai prossimi Giochi Olimpici londinesi. Ebbene, questa coppia fu improvvisamente smembrata sul finire dell'inverno 2011 per affiancare a Nicolai il grande 'talento' della pallavolo indoor Matteo Martino, il tutto per presentare (a detta dei tecnici) la miglior formazione possibile in vista dei Mondiali di Roma. Dopo il comunque positivo nono posto nella rassegna iridata, la coppia venne smembrata, fornendo di certo un non costruttivo segnale di programmazione. Se in quel caso si trattò di un errore dirigenziale, anche gli allenatori, nello sport moderno, contribuiscono e non poco alle vittorie. Sarà un caso, ma Cicolari-Menegatti lo scorso anno hanno incominciato a vincere con il brasiliano Lissandro, mentre Lupo-Nicolai sono esplosi quest'anno con un altro verde-oro, Paulao. Il tutto per affermare che, in determinati sport dove il Bel Paese non possiede grandi tradizioni, affidarsi a tecnici stranieri di valore rappresenta una strada quasi obbligata per emergere.
Gli Europei di Bruxelles hanno emesso il seguente responso: la nazionale italiana femminile di ginnastica artistica ha tutte le carte in regola perlomeno per ben figurare alle Olimpiadi, nelle quali, seppur piuttosto risicate, si giocherà anche nelle piccole chances di medaglia nelle prove individuali.
Nella prova a squadre l'Italia si è rivelata solida e competitiva in tutti e quattro gli attrezzi, dimostrando che, con una gara esente da particolari sbavature, a Londra potrà puntare anche ad un quinto posto (che presumibilmente si giocherà con la Gran Bretagna) alle spalle delle inarrivabili corazzate di Usa, Cina, Romania e Russia. Per quanto riguarda le prove individuali, da ormai diverso tempo Vanessa Ferrari non esprime più il livello che l'aveva consacrata campionessa del mondo all-round nel 2006, tuttavia la 22enne bresciana ha dimostrato di poter ancora dire la sua al corpo libero, anche se, per sognare una medaglia a Cinque Cerchi, dovrà eseguire un esercizio perfetto e sperare che alcune avversarie commettano degli errori.
Il discorso, invece, è leggermente diverso per Carlotta Ferlito. La concorrenza alla trave di rumene e cinesi fa paura, tuttavia la 17enne siciliana possiede le carte in regola per ottenere un punteggio superiore ai 15 punti, il che la proietterebbe di prepotenza in zona podio.
Se il livello della prima squadra è senz'altro più che buono, ottimi segnali provengono anche dal settore giovanile, dove l'Italia ha ottenuto l'argento nella prova a squadre, l'oro di Enus Mariani nell'individuale all-round ed il bronzo di Elisa Meneghini alla trave.
Una considerazione: il reality andato in onda su Mtv sulle atlete della nazionale italiana di ginnastica ha fatto sì che un numero elevatissimo di ragazzine si sia avvicinato ed abbia incominciato a praticare questo sport. Gli effetti di questo vero e proprio boom si percepiranno in maniera ancor più nitida nei prossimi anni. Perché non ripetere un esperimento di questo tipo anche in altre discipline poco conosciute al grande pubblico ed ai più giovani?
Come diciamo da ormai quasi tre anni, Daniele Molmenti rappresenta in questo momento uno dei più grandi campioni dello sport italiano in generale. Ad Ausburg il 27enne friulano ha conquistato il suo terzo titolo europeo nel k1 dopo quelli del 2009 e del 2011, cui si aggiungono anche un oro iridato (2010) ed una Coppa del Mondo (2010). Insomma, un fuoriclasse assoluto, capace di adattarsi ad ogni condizione climatica e di gara e di preparare sempre nel migliore dei modi i grandi appuntamenti. A Londra il canoista tricolore cercherà di porre il sigillo ad una carriera che, sebbene sia ancora molto giovane, si profila già come difficilmente eguagliabile. Vi riproponiamo una nostra intervista a Daniele Molmenti: http://olimpiazzurra.blogspot.it/2012/05/daniele-molmenti-in-esclusiva-londra.html.
La canoa slalom italiana, nel complesso, vive il momento più esaltante della sua storia, avendo qualificato alle Olimpiadi un equipaggio per ogni competizione (non era mai successo). Nel k1 femminile proverà a stupire la giovanissima Clara Giai Pron, la nostra grande speranza per il futuro, mentre nel settore della canadese Stefano Cipressi (C1) e Camporesi-Ferrari (C2) avranno come obiettivo quello di entrare in finale, nella quale eventualmente potrebbero giocarsi il ruolo di out-siders.
Federico Militello
Magazine Sport
'Italia, come stai?': canoa, ginnastica e beach volley: azzurri super
Creato il 14 maggio 2012 da Olimpiazzurra Federicomilitello @olimpiazzurraPossono interessarti anche questi articoli :
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