A Szeged (Ungheria) sono andati in scena per l'Italia i peggiori Mondiali di canoa velocità dell'ultimo ventennio. Non solo le medaglie sono rimaste inarrivabili come un miraggio nel deserto, ma addirittura nessuna imbarcazione tricolore, Josefa Idem a parte, è riuscita quanto meno ad agguantare una finale nelle specialità olimpiche. Delle cause di questi insuccessi abbiamo già discusso, ora, con lucidità, è necessario trovare delle soluzioni per rimediare ad una situazione che è precipitata e non fa onore alla tradizione del Bel Paese in questo sport. Le dichiarazioni di pragmatica e l'ottimismo a tutti i costi anche negando una palese evidenza non serviranno di certo a migliorare la situazione. In questo senso, tuttavia, si è espresso il presidente federale Luciano Buonfiglio: http://www.federcanoa.it/index.php?option=com_content&view=article&id=859:mondiali-con-benassi-sui-5000-un-bronzo-che-fa-morale&catid=2:news&Itemid=.
A questo punto, con le Olimpiadi britanniche lontane poco meno di un anno, difficilmente si riusciranno a creare degli equipaggi in grado di ambire al podio (traguardo alla portata, invece, per l'intramontabile Idem). L'obiettivo, quindi, sarà quello di qualificare almeno un paio di barche in terra londinese. E' doveroso puntare sul K1 1000 metri di Maximilian Benassi (cui non ha giovato il doppio impiego con il K4) e sul K1 200 di Michele Zerial, senza dimenticare che Andrea Facchin ed Antonio Scaduto, fallito il progetto della barca ammiraglia, potrebbero tornare a ricomporre quel K2 1000 in grado di agguantare un insperato bronzo a Pechino 2008. Per quanto riguarda il settore femminile, inoltre, risulta oggettivamente arduo pensare ad un K2 500 in grado di staccare il pass a Cinque Cerchi, qualunque ne sia la composizione. Nella canadese, invece, si sono registrati dei progressi molto interessanti, tuttavia per ambire ad una partecipazione olimpica si dovrà attendere ancora un quadriennio.
Proprio a partire dal settembre 2012 si dovrà pianificare con lungimiranza il percorso di avvicinamento a Rio 2016 e per la nuova guida tecnica della nazionale viene in mente un nome naturale: Josefa Idem. La formidabile italo-tedesca concluderà presumibilmente una inimitabile carriera al termine dei Giochi di Londra e per competenze, capacità, carisma ed esperienza appare la persona adatta a risollevare un movimento da anni in crisi di identità.
Federico Militello