Arianna Follis ha detto basta. A 33 anni (un'età affatto avanzata, soprattutto per i nuovi canoni dello sport), dopo innumerevoli gare e sacrifici, la fondista valdostana appende gli sci al chiodo per dedicarsi a tempo pieno alla propria famiglia: una scelta condivisibile. Non si può che essere grati ad un'atleta che ha segnato per oltre un quinquennio lo sci di fondo tricolore, raccogliendo quel ruolo di leader che sino al 2004 era stato di Gabriella Paruzzi. L'assenza di Arianna lascerà una voragine difficilmente colmabile nella compagine rosa del Bel Paese, considerando che appare altamente probabile anche il ritiro della 31enne Magda Genuin, in aperto contrasto con lo staff tecnico dopo l'esclusione dalla staffetta 4x5 ai Mondiali di Oslo. Per caratteristiche fisiche e muscolari, al momento non esiste in Italia una degna erede della Follis. Silvia Rupil (25 anni), l'azzurra più promettente e chiamata al definitivo salto di qualità sin dal 2011/2012, pecca di una componente fondamentale in questa disciplina, ovvero lo spunto veloce: quasi sempre, infatti, i moderni format di gara vengono decisi in volata, dunque risulta arduo imporsi senza un poderoso sprint finale. Inoltre sono latenti i suoi problemi nel passo alternato, tecnica dove invece può fare strada Virginia De Martin Topranin (23 anni), potenzialmente in grado di divenire una fondista completa, ma attualmente ancora molto acerba. Si comprende, quindi, come nel triennio di avvicinamento a Sochi 2014 la nazionale femminile sarà Marianna Longa-dipendente, con la 31enne di Livigno che dovrà non solo agguantare podi e vittorie per tenere a galla il movimento italico, ma anche fungere da traino per le compagne più giovani. Con una formazione numericamente così limitata, inoltre, subentra il problema della staffetta: chi schierare in una eventuale quarta frazione? Probabile che vengano provate a turno le giovanissime Melissa Gorra, Debora Agreiter e Francesca Di Sopra, tutte atlete di buone prospettive che, al loro primo anno in Coppa del Mondo, dovranno accumulare esperienza.
Insomma, i fasti del passato, quando l'Italia con Stefania Belmondo e Manuela Di Centa, sono definitivamente tramontati. Servono un progetto serio ed una ventata di novità nella preparazione delle nuove leve affinché lo sci di fondo femminile viva un futuro da protagonista, senza immalinconirsi nei ricordi di un passato ormai lontano.
Il badminton italiano continua a progredire. Agnese Allegrini, salita alla posizione n.65 del ranking mondiale dopo appena 6 mesi dal suo ritorno in attività, ha colto un brillante terzo posto nell'Open di Romania, superata in semifinale dalla giapponese Minatsu Mitani. La 28enne romana appare sensibilmente migliorata rispetto allo scorso quadriennio, essendo più matura dal punto di vista tattico e più sicura nell'esecuzione di alcuni fondamentali tecnici. L'impressione è che non solo possa qualificarsi alle Olimpiadi di Londra 2012, ma anche aspirare al passaggio di un paio di turni nella competizione a Cinque Cerchi. Molto bene (e questa è una novità rispetto al passato) anche gli uomini, con Giovanni Greco terzo in singolare nell'Open dell'Uganda e addirittura primo nel doppio disputato con il promettente Daniel Messersì. L'apertura del nuovo Palabadminton di Milano, avvenuta circa un anno fa, ha certamente portato dei frutti positivi a questa disciplina nel nostro Paese, così come gli investimenti sui giovani hanno permesso ad alcuni talenti in erba di affacciarsi sui palcoscenici internazionali. Ai nomi già citati si aggiungono anche Rosario Maddaloni e Giovanni Traina, atleti più esperti e con discrete possibilità di ambire a coronare il sogno olimpico. Insomma, il sentiero intrapreso dal volano italico non potrà che essere foriero di successi e soddisfazioni.
Federico Militello