Tiro a volo, a segno e con l'arco: un solo comune denominatore, gli ottimi risultati dell'Italia.
Molto bene gli arcieri tricolori agli Europei di Cambrils, in Spagna. Gli azzurri hanno concluso la competizione al secondo posto nel medagliere alle spalle della Russia, grazie al cospicuo bottino di un oro, un argento ed un bronzo nelle specialità olimpiche. Ricordate Mauro Nespoli? Ai Giochi Olimpici di Pechino 2008, nella finalissima della prova a squadre contro la Corea del Sud, ottenne un mesto 7 nell'ultimo tiro a sua disposizione, consegnando di fatto il successo agli asiatici. Aveva 20 anni e zero esperienza. Tre anni dopo il talentuoso Robin Hood di Voghera è un campione ormai affermato. La sicurezza con cui si è aggiudicato la corona del Vecchio Continente lascia presagire un avvicinamento deciso verso la piena maturità agonistica, con il 23enne di Voghera ormai pronto anche per le grandi ribalte globali. L'Italia, nel complesso, si è rivelata una nazionale dal grande spessore. In campo maschile, oltre all'inossidabile Michele Frangilli, perno importante per il raggiungimento del bronzo nella prova di equipe, è emersa la stella del 18enne Luca Maran, atleta freddo e talentuoso, vero enfant prodige del tiro con l'arco mondiale. A questo punto diventa serrata la lotta per la conquista di un posto in squadra, ricordando che in terra iberica non era presente Marco Galiazzo, campione olimpico di Atene 2004: una sana concorrenza interna non potrà che elevare ulteriormente il livello tecnico dei nostri rappresentanti. Tra le donne, invece, l'Italia resta aggrappata sempre all'eterna Natalia Valeeva, argento in questa circostanza. Alle spalle della 41enne italo-moldava, certezza consolidata in vista di Londra 2012, si è arrestata la crescita delle giovani Tonetta, Tomasi e Lionetta, il cui rendimento dovrà notevolmente accrescersi per rendere competitivo il Bel Paese anche nella prova per nazioni.
Compattezza e qualità sono le caratteristiche principali che denotano la formazione azzurra di tiro a volo. Eccetto l'Italia, infatti, nessun'altra compagine può vantarsi una competitività eccelsa in tutte e cinque le discipline del programma olimpico. I nostri cecchini, invece, possiedono le qualità per emergere ed imporsi in qualsiasi momento e circostanza. Quello tricolore può essere definito, specialmente tra gli uomini, un agglomerato di veterani immarcescibili. Nella fossa olimpica, con Giovanni Pellielo (41 anni) già qualificato, ha staccato il pass per i Giochi anche Rodolfo Viganò, 40enne milanese secondo nella prova di Coppa del Mondo di Sidney. Brilla nel doble trap anche Francesco D'aniello, alla piazza d'onore nella terra degli aussie e da anni sulla cresta dell'onda (42). Nello skeet, assente l'espertissimo e vice-campione del mondo Ennio Falco (43), proveranno a fornire un segnale di competitività anche le nuove leve Moscariello e Lodde. Almeno per il momento, tuttavia, il tricolore non può fare a meno dei suoi vecchi leoni. Discorso differente nel circuito femminile, dove si distingue l'ormai affermata fuoriclasse Jessica Rossi nella fossa olimpica, mentre l'olimpionica Chiara Cainero appare a 31 anni nel pieno della propria maturità agonistica.
Nel tiro a segno, a seguito della vittoria nella prova del massimo circuito mondiale a Sidney, il campione del mondo Niccolò Campriani si conferma il n.1 nella carabina 10 metri. Il 23enne fiorentino, bronzo due settimane or sono agli Europei di Brecia, ha raggiunto delle soglie di rendimento impressionanti, denotando tangibili miglioramenti anche nella carabina tre posizioni, dove si è classificato quinto a pochi decimi dal podio. Molto positivo anche il comportamento di Francesco Bruno, secondo nella pistola libera e qualificato per le Olimpiadi britanniche. Un capitolo a parte meritano Petra Zublasing (carabina) e Mauro Badaracchi (pistola): si tratta di due atleti dal potenziale elevato, già capaci di imporsi nel recente passato, ma attualmente gravati dal peso di dover agguantare il pass a Cinque Cerchi . Sino ad ora è mancata loro la necessaria continuità di rendimento per colmare il gap con i grandi campioni della disciplina, ma, agevolati da un'età ancora verdissima, possiedono le carte in regola per divenire dei veri pilastri del tiro a segno planetario.
Federico Militello