L’epoca d’oro per l’Italia negli sport di squadra maschili si è verificata tra gli anni ’90 e la metà degli anni Duemila. Per citare solo alcuni tra i risultati più eclatanti, si ricordano in bacheca tre Mondiali di pallavolo, un Europeo di basket, un Mondiale di calcio, un Mondiale e due Europei di pallanuoto, due Europei di baseball, l’ingresso nel Sei Nazioni di rugby a seguito delle storiche vittorie su Francia ed Irlanda. Insomma, un vero e proprio dominio durato quasi un ventennio, con una completezza su vari livelli mai neppure sfiorata dalle concorrenti straniere. Certo, sono sempre mancate (come mancano tutt’ora) pallamano ed hockey su prato, ma si tratta di sport dove storicamente e per ragioni di tradizione fatichiamo enormemente a raggiungere risultati di rilievo, anche se si sta cercando di invertire la tendenza (soprattutto con le ragazze).
L’apice dell’epopea tricolore negli sport di squadra si è raggiunta nel 2004, quando il Bel Paese qualificò ben otto team alle Olimpiadi di Atene, un record assoluto per il nostro movimento (calcio maschile e basket maschile, pallavolo m. e f., pallanuoto m. e f., baseball e softball). Da lì in poi, trionfo di Berlino a parte, l’inizio di un declino coinciso con diversi e sonori fallimenti (su tutti Sud Africa 2010 per il calcio e l’assenteismo dagli Europei 2009 per il basket), dovuti in gran parte allo stesso motivo: mancata cura dei vivai e caccia ossessiva agli stranieri da parte delle squadre di club.
In questo inizio di stagione, tuttavia, il trend sembra essersi finalmente invertito, con diverse squadre che sono tornate a credere nei talenti nostrani. Esistono le premesse affinché l’Italia torni a consacrarsi come una potenza negli sport sopracitati. Vediamo perché.
Calcio: nonostante il più che soddisfacente Europeo in Polonia ed Ucraina concluso con un brillante secondo posto, Cesare Prandelli ha giustamente deciso di rinnovare ulteriormente la nazionale in vista dei Mondiali 2014. L’innesto di forze fresche, tuttavia, sarebbe impossibile senza l’apporto dei club, che, mai come quest’anno, stanno lanciando talenti a raffica come Insigne, El Shaarawy, Immobile, Florenzi, e Perin. Il ct di Orzinuovi, inoltre, potrebbe già aver risolto l’unico problema tangibile, ovvero quello dei terzini: Sampirisi e, soprattutto, De Sciglio hanno mostrato ottime qualità e potrebbero essere pronti a breve per l’azzurro. Senza dimenticare un possibile ripescaggio di Davide Santon (che ha appena 21 anni!), reduce da prestazioni convincenti al Newcastle. La nazionale del prossimo decennio, poi, verrà costruita attorno a quell’immenso talento che risponde al nome di Marco Verratti: come sottolineato dallo stesso Prandelli, è stato uno scandalo che le squadre italiane se lo siano lasciato scippare. L’augurio è che l’esempio possa servire da lezione e spronare le nostre società a lanciare con sempre più coraggio i giovani azzurri in prima squadra.
Basket: Hackett, Aradori, Gentile, Melli e Cusin. Sono i nomi di cinque giovani azzurri che giocheranno titolari nelle rispettive squadre in Eurolega: non saranno molti, ma un fatto simile non si vedeva da anni. In A1, poi, sono attesi alla consacrazione due talenti che potrebbero andare a colmare due ruoli scoperti da anni come quello di play-maker e centro: si tratta di Matteo Imbrò e Riccardo Cervi. Tra gli astri nascenti va citato anche Achille Polonara, mentre Gigi Datome, dopo un’estate da protagonista in azzurro, sembra aver raggiunto la definitiva consacrazione. Questi giocatori, affiancati da Bargnani, Belinelli e Gallinari, oltre che dal possibile (e probabile) oriundo Travis Diener, hanno le carte in regola per formare l’ossatura di una nazionale in grado di puntare nuovamente ai vertici internazionali dopo anni di anonimato.
Pallanuoto: il periodo buio è terminato da tempo, tanto che l’Italia è tornata di diritto nel gotha planetario con la vittoria dei Mondiali 2011 e l’argento di Londra 2012. Merito certamente del ct Campagna, ma soprattutto della politica federale che ha limitato a due il numero massimo di stranieri impiegabili da ogni squadra, obbligando di conseguenza le società ad investire con convinzione nei vivai. I risultati, in effetti, si notano anche a livello giovanile, con l’Italia che ha vinto gli ultimi Europei juniores.
Pallavolo: il bronzo delle ultime Olimpiadi costituisce solo un punto di partenza. Un club come Macerata rappresenta un modello da seguire, avendo puntato praticamente su mezza nazionale con i vari Travica, Zaytsev, Savani e Parodi, senza contare il giovane Kovar ormai in rampa di lancio e già MVP della finale scudetto lo scorso anno. Attenzione anche a Sabbi, De Marchi, Cester, Vettori, Falaschi e Rossini. Anche in questo sport, poi, l’Italia è reduce dal successo ai Campionati Europei juniores, ma troppi di quei giocatori sono relegati in club di divisioni inferiori: non lo meritano. Ancora una volta, serve il coraggio di prendere decisioni lungimiranti e guardare al futuro che può certamente profilarsi vincente anche con i giocatori nostrani.
Rugby: ci siamo quasi. Forse non sarà quest’anno, ma il momento dell’atteso salto di qualità non è più così lontano. Incoraggiano i risultati del Benetton Treviso nel Pro-12 con quasi sempre 15 italiani in campo, così come in crescita appaiono le Zebre. E’ inevitabile: più sale il livello delle nostre franchigie nell’ex-Celtic League, maggiori saranno i benefici della selezione tricolore. Qualche giorno fa, inoltre, abbiamo presentato il Campionato di Eccellenza come il torneo dei giovani (clicca qui per leggere l’articolo completo), così come il ct Brunel, come dichiarato in un’intervista rilasciata in esclusiva ad Olimpiazzurra, è convinto che questa linea verde porterà a breve i suoi frutti.
Baseball: dopo aver vinto gli ultimi due Europei e conquistato uno storico bronzo nella Coppa Internazionale del 2010, l’Italia è pronta a proseguire in un percorso di rafforzamento che vuole portarla ad installarsi con costanza tra le grandi di questo sport. (Clicca qui per leggere un approfondimento sul tema). Al prossimo World Classic l’obiettivo minimo sarà entrare tra le prime otto, anche se il sogno, sotto sotto, è rappresentato dalle semifinali.
OA | Federico Militello