di Claudia Boddi
C’è la Roma degli anni di piombo a fare da sfondo soffuso alla storia della famiglia Marziali, raccontata da Marco Lodoli – attraverso la voce della cameriera Italia – nel libro che prende il suo nome.
foto sig-mund.blogspot
Formatasi in un severo istituto religioso, dove viene educata a servire, Italia è, per trent’anni, occhio attento e complice che cura, protegge e rimette in piedi le sorti di un quotidiano che talvolta si lascia scivolare nella penombra dell’esistenza. Lì dove la stanchezza e la disillusione aprono la strada alla resa e alla cedevolezza e dove il senso di colpa opprime, come una coltre di piombo, le necessità autentiche dell’essere. Fino a che i percorsi si dividono, diventano sempre più distanti e difficilmente comunicanti, e si trasformano in solitudini prossime e comunioni solo apparenti.
Tre figli che crescono fin troppo velocemente intraprendono le loro vie, diventando individui quasi sconosciuti per i genitori: Marianna ama e riama, cade e si rialza, incassa duri colpi e ricomincia a crederci, luogo fisico e destinatari del suo amore, in questo quadro, per lei sono solo dettagli. Tancredi e Giovanni, i due maschi, talmente diversi tra loro che viene da chiedersi se siano veramente fratelli, se provengano davvero dalla stessa famiglia. Il primo presto si affilierà a gruppi fascisti dell’estrema destra che lo costringeranno a fuggire in un altro continente; il secondo, poeta, vive da sempre di parole, ma queste non basteranno a salvarlo da se stesso.
Il padre ingegnere, reduce della Repubblica Sociale Italiana, cerca di espiare gli orrori della guerra attraverso una forsennata abnegazione al lavoro per sostenere al meglio la famiglia, lasciando indietro dialogo e condivisione. La madre, dalla bellezza algida e distanziante, cede poco a poco all’assenza e all’astrazione mentale che esclude dalla realtà, che la condurranno, sospesa, fino alla fine dei suoi giorni. Atmosfere prive di calore umano popolano le pagine di “Italia”, come a descrivere un’esistenza senza suoni e senza colori, fatta solo di doveri e oneri preconfezionati. Il che, purtroppo, raffigura la realtà di molti che vanno avanti nel grigiore dell’inquietudine conoscendo rarissimi balzi verso il cielo.
A vigilare sugli errori, gli amori, le assenze forzate o irrinunciabili, la cameriera Italia che si alza tutte le mattine prima dell’alba per sistemare il salotto e gonfiare i cuscini con le mani affinché riacquistino la loro forma piena. Il tempo scorre anche sulla sua vita scandita dai compiti domestici, dalla cura della casa e dei suoi abitanti: tra fugaci cenni di passione e violenza andrà nel mondo ad incontrare il suo domani. Fino a quando la Vita si presenterà a ritirare tutto quello che ha dato, portandolo via dagli aneliti prima della signora e poi dell’ingegnere. Con i figli lontani, sarà lei a chiudere il cerchio di un trentennio di devozione e compassione, cosparso di ben oculati silenzi e di un’ostinata determinazione a stare vicino e a rappresentare un punto di riferimento significativo per chi ha incrociato il suo destino, nel gioco imprevisto della casualità e che poi ha scelto, confermandolo quotidianamente al suo fianco.
“Italia” è un libro che potrebbe essere definito banalmente semplice, ma in realtà è molto di più, poiché apre una finestra su un universo reale, quello della classe media rivissuta nei costumi della famiglia Marziali, attraverso le loro aspettative e speranze, e abitato da un microcosmo sociopolitico critico dove la politica era ancora qualcosa in cui credere davvero, come strumento per costruire un futuro migliore per le nuove generazioni.
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