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Italia ed italiani: quanto di peggio deve ancora accadere?

Creato il 21 agosto 2011 da Alessandro @AleTrasforini

Il quadro dipinto dalle dichiarazioni governative di questi ultimi anni è stato, a proposito della crisi economica ed ora anche finanziaria, confuso ed assolutamente irresponsabile sotto moltissimi fronti. Basti, a titolo di ricordo, rileggere le dichiarazioni seguenti, provenienti dagli anni passati sotto l'ala del presunto Governo del Fare (schifo): 
"Il rischio di un crollo, del peggio, è abbastanza alle nostre spalle. Su questo abbiamo una visione comune con gli imprenditori." (Giulio Tremonti, 29-9-2009)
"Il momento peggiore è passato e d'ora in poi ci saranno miglioramenti. C'è stato un diluvio universale, ma ora siamo qui e stiamo meglio di prima. Il governo ha fatto bene a diffondere fiducia. Non abbiamo peccato di ottimismo perché questa crisi, è stato dimostrato, ha grande origine nel fattore psicologico." (Silvio Berlusconi, 17-5-2009)
"Il peggio della crisi sembra che sia alle nostre spalle e che sia iniziata, sia pure lentamente, la ripresa." (Silvio Berlusconi, 29-10-2009)
"In Europa ci sono Paesi come la Grecia, il Portogallo, la Spagna e l'Irlanda che sono in situazioni abbastanza preoccupanti, mentre noi ce la stiamo cavando meglio di tutti gli altri." (Silvio Berlusconi, 6-2-2010)
"Grazie alla limitata esposizione alla bufera sui mercati finanziari internazionali e al collasso del settore immobiliare, gli effetti peggiori della crisi sono stati solo temporanei in Italia." (Giulio Tremonti, 25-5-2010)
"L'Italia aveva bisogno di rigore e credibilità. Lo abbiamo fatto tenendo in ordine i conti pubblici e nello stesso tempo salvaguardando i redditi delle famiglie e dei lavoratori colpiti dalla crisi. E' stata la scelta giusta. Ha consentito di superare la crisi e di non farci trovare nelle condizioni in cui si sono trovati altri Paesi europei alle prese con deficit pubblici giudicati non sostenibili dai mercati finanziari e quindi esposti ad attacchi speculativi." (Silvio Berlusconi, 29-9-2010)
Le dichiarazioni si sono susseguite, in un'Italia che veniva descritta come paradiso sociale, economico e fiscale.  La disoccupazione era tutelata da abbondanti sistemi di sussidio, talmente funzionali da essere utilizzati per oltre un miliardo di ore (novembre 2010, nds).  L'inettitudine mescolata a populismo e demagogia ha illuso e trascinato l'intero stivale in quello che, salvo estremi rimedi dell'ultim'ora, sembra essere un baratro senza uscita. In un articolo disponibile sul sito de La Repubblica, Eugenio Scalfari descrive questo 2011 come anno fatale della doppia economia.  Ciò che sta accadendo è semplificabile, secondo l'autore, ricorrendo ad un famoso gioco:
"Se volessimo raffigurare visivamente la crisi che sta scuotendo dalle fondamenta l'economia dell'Occidente dovremmo servirci di un oggetto sempre in voga tra i giocattoli russi: la matrioska. La più grande rappresenta l'economia americana dentro alla quale ce n'è un'altra che rappresenta l'economia europea, dentro alla quale - per quanto ci riguarda - c'è quella italiana.[...]"
Il gioco di incastri pericolosi che sta avvenendo, purtroppo, potrebbe finire con lo schiacciare l'Italia intera.  Ne sono simbolo emblematico le tre manovre di questi ultimi mesi, articolate l'una in sequenza all'altra nonostante ripetute rassicurazioni da parte di quelle autorità governative che dovrebbero raccontare la verità.  L'ultima, attualmente al vaglio dei mass-media più che delle Camere, è stata impostata come ennesima macelleria sociale: tagli agli Enti Locali a più non posso, nel tentativo di arginare quella galoppante spesa pubblica che si autoalimenta senza sosta. Le manovre, sia condizione essenziale da notare, nient'altro sono che aggiustamenti correttivi ad un bilancio devastato.  Nessuna di loro è capace di fornire una soluzione definitiva ai problemi che stanno infiammando l'Italia, nonostante sforbiciate di miliardi di Euro ritenuti semplicemente inutili. Nonostante quello che sembra un vero e proprio commissariamento da parte della Banca Centrale Europea, sembra impossibile vedere una nitida via d'uscita:
"[...]Ora che la contrazione economica è in corso in tutto l'Occidente minacciando di trasformarsi in una vera e propria recessione, noi stiamo peggio di tutti: la recessione del nostro Pil è dietro la porta e il debito sovrano è sotto costante attacco. Gli interventi della Bce hanno momentaneamente arginato gli assalti ma non risolvono il problema.[...]" (Fonte: L'anno fatale della doppia economia, E.Scalfari)
Il punto chiave sembra, allo stato attuale, quello di calmierare la tempesta dei mercati prendendo provvedimenti capaci di restituire quella credibilità che l'intero Paese sembra aver perso. Quella credibilità citata dal Premier nel frammento sopra riportato nient'altro è che una chimera, un'utopica ed ulteriore depressione al grado di consapevolezza che i cittadini italiani hanno della corrente situazione.  Il debito pubblico continua a galoppare, attestandosi attualmente al quarto posto nell'intero pianeta: 
"[...]Per mettere in sicurezza i conti d'una nazione afflitta da un debito pubblico che è il quarto del pianeta è necessario rilanciare in ogni modo possibile la crescita del Pil, ma il governo sul tema della crescita che langue da anni insieme alla produttività, non fece e non predispose assolutamente niente.[...]" (Fonte: L'anno fatale della doppia economia, E.Scalfari)
Il quadro debitorio prevede, attualmente, indici di debito prossimi ai 1900 miliardi di Euro con interessi da pagare sempre più alti ed oscillanti (attualmente, nds) tra 75 e 100 miliardi di Euro all'anno.  In altre parole, pertanto, è possibile scrivere che questa ultima manovra riuscirà a coprire a malapena metà degli interessi maturati per questa mole imponente che ci sovrasta? Niente di definitivo, quindi. E' inoltre impossibile impostare una visione sul lungo termine, dal momento che è palese questo senso di misera navigazione a vista.  Le giovani famiglie non riescono più a risparmiare, ogni autunno che arriva si porta dietro foglie degli alberi e posti di lavoro, la crescita economica sembra un miraggio d'altri tempi: la situazione appare nitidamente capovolta rispetto all'ottimismo sbandierato da Premier e Ministri.  Il profilo della questione descrive un'emergenza senza pari non solo per le economie, ma soprattutto per i cittadini di ogni singolo Stato sottoposto a questa tempesta definita semplicemente speculativa. Nella sola Italia, attualmente commissariata, l'anticipo del pareggio di bilancio viene raggiunto raschiando il fondo del barile ed attaccando in prima istanza gli Enti Locali che contribuiscono al debito pubblico per un misero 2,5-2,6% sul totale.  La luce sembra, per un ignorante che guarda con coscienza al futuro del proprio Stato, troppo lontana per essere anche solo pensata. E' opportuno citare, inarrestabilmente, le dichiarazioni rassicuranti di certi esponenti del Governo: 
"La crisi si sta concludendo, ci sono segnali di ripresa. Il peggio è passato, siamo in fase di conclusione della crisi. Lo hanno detto Obama, Bernanke, il Fondo monetario, la commissione europea: ci sono segnali, germogli di ripresa, ora bisogna mettere da parte coloro che inneggiano al catastrofismo." (Silvio Berlusconi, 8-9-2010)
Di fronte a chiusure rosse in borsa, di fronte ad indici sempre più depressi e tendenti al recessivo, sembra spontaneo mettere da parte coloro che hanno inneggiato senza sosta allo spirito di quiete. La crisi economica e prossimamente sociale non sarà nulla di esclusivamente psicologico. La domanda è sempre una, e troppo scontata da fare: il peggio deve ancora venire? Nel mentre, certi loschi figuri farebbero meglio a dimettersi: neppure la dignità è più salvabile, ormai.
ITALIA ED ITALIANI: QUANTO DI PEGGIO DEVE ANCORA ACCADERE?
Per saperne di più:
http://www.repubblica.it/politica/2011/08/21/news/l_anno_fatale_della_doppia_economia-20683752/?ref=HREC1-3
http://nonmiarrendo.ilcannocchiale.it/2011/08/08/quelli_che_la_crisi_non_cee_se.html

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