Si parlava di futuro in quel post. Forse in maniera un po' utopica. Oggi invece ci troviamo a dover affrontare un futuro prossimo, più prossimo di qualche settimana a quanto pare. Un futuro che non è più quello di una volta. Quello che tutti immaginavamo, della svolta, almeno parziale. Siamo alle porte di un futuro che già si prepara nel presente con un Bersani che non vede l'ora di battersi con Berlusconi.
Un centrosinistra forte che è sul bilico di cedere (e non deve farlo) alla tentazione di lanciarsi in una campagna contro i fantasmi del passato che tornano a bussare. Siamo alle porte di un futuro che vede di colpo svanire di colpo (e quasi sicuramente in maniera definitiva) la possibilità di un equilibrio politico formato da due poli moderni, rispettosi gli uni degli altri, in grado di scontrarsi sui fatti e non sulle ideologie. Questa è la mia paura. La paura che l'amo vero a cui non abboccare sia proprio quello. Lasciarsi trascinare ancora una volta nella faida da strada, lacerati dai colpi di cecchini e franchi tiratori appostati sugli scrani, costretti alle bizzarrie di qualche scissionista, di un volta faccia o che so io.
No, non è Berlusconi che mi preoccupa. E' quel che si porta dietro. Il Nulla. Che già al suo passaggio ha cancellato le speranze di quei giovani di cui scrivevo sopra, quel Nulla che, nemmeno a farlo apposta, è il peggior nemico di Atreju, giovane protagonista nella Storia Infinita (come infinita pare essere anche questa, politica), nome con cui la Meloni aveva ribattezzato quel suo movimento giovanile, incubatore, o che dir si voglia, e che di Silvio dopo la sua diserzione, proprio non voleva sentir parlare.
Ecco, il Nulla ha già mangiato le primarie, i giovani del suo partito, le speranze risposte dagli elettori in un rinnovamento, le speranze degli italiani, io credo una buona parte, che si auguravano una maturazione della classe politica dopo anni di indolente menefreghismo. Si sperava in una campagna che mettesse i problemi del paese al centro della sfida politica. Questo, forse, non accadrà.
Il futuro prossimo può essere avvolto dal Nulla, oppure (e questo dipende da tutti noi) può essere riempito da tutto quello che lo può contrastare. Questa volta votare tappandosi il naso potrebbe decretare definitivamente la fine del futuro, prossimo e remoto, per tutti.
Catastrofico? Fate i conti in coscienza vostra.
Matteo Castellani Tarabini | @contepaz83
Italy: next future
In my last post published here on Intervistato I wrote: "the hope is that recent history taught to be foreseeing and has erased the bad habit of the short term for interest".
In that article I dedicated a paragraph to those who, when I was younger, I had defined, with sincere affection, our best enemies. The young people of the PDL. The ones who during the elections campaign for the primaries of the center-left wing had tried to make their voice heard claiming to right to choose, with primaries in their party as well.
We talked about future in that post. Maybe in a bit of a utopic fashion. Today we find ourselves having to face that future, which has come nearer by a few weeks, it would seem. A future that isn't the same anymore. The one we all imagined, of change, at least partial. We have at our doors a future that already is preparing to become present with Bersani anxious to battle with Berlusconi.
A strong center-left which is on the verge of giving in (and they must not) to the temptation of launching in a campaign against the ghosts of the past who came back. We have at our doors a future which makes the possibility of a political balance made of two modern poles disappear suddenly (and probably for good), two poles that are respectful and capable of battling on facts, not ideologies. This is my fear.
Matteo Castellani Tarabini | @contepaz83