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Italia: il 42% delle imprese è green!

Creato il 10 novembre 2015 da Deboramorano @DeboraMorano

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Secondo la prima relazione sulla green economy in Italia, elaborata dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, il 42%  delle imprese italiane ha cominciato a inserire nei conti la variabile ambiente diminuendo l’impatto della produzione o dei servizi. Lo studio è stato presentato il 3 novembre all’apertura degli stati generali della green economy, a Ecomondo.

Tale  percentuale si ottiene sommando le imprese “core green”, quelle che sono nate con un’impostazione legata ai valori ecologici, e quelle “go green”, che stanno virando verso una maggiore attenzione alle priorità ambientali. 

Purtroppo nel rapporto non ci sono solo risultati positivi. Viene evidenziato infatti il collasso occupazionale del settore delle fonti rinnovabili, penalizzato dai continui ripensamenti sugli incentivi che, in assenza di ogni programmazione, hanno fatto fallire molte imprese e scoraggiato gli investimenti.

Nel 2014 in Italia c’è stato un calo del 71% degli investimenti in rinnovabili provocato dal taglio retroattivo degli incentivi. Il rallentamento era già iniziato nel 2013, ma nel 2014 si è registrato un vero e proprio crollo che, secondo i dati provvisori dei primi mesi, è proseguito anche nel 2015.

Le perdite maggiori hanno riguardato il fotovoltaico  e l’eolico.

Il rischio ora per l’Italia è di perdere il passo dell’innovazione in campo energetico proprio quando ci si aspetta un’accelerazione a livello globale, sotto la spinta della necessità di rallentare il cambiamento climatico provocato dall’abuso di combustibili fossili.

Per far fronte al problema le 64 associazioni di impresa che aderiscono al Consiglio Nazionale della Green Economy hanno chiesto maggiore coerenza nella programmazione del futuro energetico e hanno firmato un appello per arrivare ad una conclusione positiva della conferenza Onu che si aprirà il 30 novembre a Parigi.

Tra gli obiettivi “una riforma della fiscalità ecologica, introducendo una carbon tax ed eliminando i sussidi dannosi per l’ambiente, a cominciare da quelli alle fonti fossili, stimati dall’Agenzia internazionale dell’energia, a livello mondiale, in 510 miliardi di dollari nel 2014”.

(fonte: http://www.repubblica.it)

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