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Italia, l’unica salvezza una mutazione culturale

Creato il 07 agosto 2012 da Tabulerase

Italia, l’unica salvezza una mutazione culturaleLa rappresentanza è degenerata in mediazione mediocre tra interessi parziali e incapacità di interpretare l’interesse nazionale di lungo periodo. E allo stesso tempo all’orizzonte non si intravede un leader democratico, di quelli che con lungimiranza riescono a pensare e, ad attuare una politica del bene comune.  Governare non per risolvere i problemi strutturali del paese ma, per soddisfare i bisogni indotti da campagne di marketing politico, con una guerriglia di comunicazione massmediologica, ha finito col restituirci un paese con la pancia piena e la testa vuota: è questa la politica del Comesivuole[1].

Dopo tangentopoli invece di interrogarsi e risolvere le criticità di un sistema che, di per sé non può essere perfetto, ma il migliore che abbiamo a disposizione, chi deteneva il potere ha cambiato tutto per non cambiare nulla e tutti noi i rappresentati lo abbiamo permesso.

Dalla prima repubblica alla seconda il passo fu breve; è stato per lo più solo una questione linguistica. Nella sostanza i partiti si sono trasformati in monoliti a immagine, somiglianza e volontà del capo, abbandonando l’originaria e sana presunzione di essere contenitori di idee.

Basta con i partiti, basta con le formalità, l’Italia ha bisogno di sognare ci hanno raccontato ed è quello che in tanti, la maggioranza, hanno fatto, trascinando il nostro paese in quasi vent’anni di barzellette, bandane, escort e faccendieri. Mentre gli altri paesi attuavano riforme strutturali o almeno rinnovavano la classe dirigente, noi, regolarmente, ci siamo impantanati in disquisizioni sulla legge elettorale ma, cambiare le regole, mantenendo sempre i soliti incollati alla poltrona o, modificare il nome al partito mantenendo gli stessi dirigenti o, cambiare gli appartenenti alla coalizione spostandosi da destra a sinistra e viceversa, è come dare un tocco di vernice a un palazzo che sta per cadere.

Sappiamo tutti ciò che occorre per trasformare il nostro, in un paese più moderno con una maggiore distribuzione della ricchezza e delle opportunità, anche perché, in ogni campagna elettorale da entrambi gli schieramenti, ascoltiamo come una nenia ciò che l’Italia ha bisogno; forse dall’elenco sarebbe il caso di passare ai fatti. Ma è altrettanto chiaro che il potere è restio ad autoriformarsi e più che democratico ormai il nostro è un sistema oligarchico; se non ora quando i molti si renderanno conto che in pochi, da troppo tempo, hanno addormentato il paese e che tutti i principi azzurri dichiarati si sono dimostrati dei ranocchi?

L’unica salvezza è auspicare una mutazione culturale, che rimescoli le caratteristiche specifiche della nostra società propagando i memi[2] dei pochi ragionevoli nelle tante menti sopite.


[1] Politico interessato solo alla ricerca del consenso da un articolo di Robert Musil riproposto nella raccolta “La guerra parallela” Silvy edizioni.

[2] Entità di informazione relativa alla cultura umana che è replicabile da una mente. Richard Dawkins ”Il gene egoista


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