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Dopo i fatti della regione Lazio si ripropone in Italia il grande business del finanziamento ai partiti che ancora oggi viene sancito dalla costitutzione italiana all'art.lo 49 e che oltre a favorire la libera associazione dei cittadini declina lo stato al pagamento di una quota parte di proventi in riferimento ai risultati elettorali. Un finanziamento che da sempre è stato mal digerito dai cittadini che nel 1993 con un referendum abrogarono la norma. Una storia scandalosa, introdotta dallo stesso parlamento eletto democraticamente dai cittadini fin dal 1974 con la legge Piccoli n. 195/1974 che introdusse i finanziamenti pubblici ai patititi in Italia, una specie di sostegno alla politica Italiana. Nel 1980 la legge 659/1981 , invece, raddoppiò il finanziamento ai partiti con la clausola di presentare rendiconti finanziari senza reali controlli, solo in fiducia. Nell'Aprile del 1993 arriva il referendum abrogativo al finanziamento ai partiti promosso dai radicali dove 36 896 256 di Italiani fecero capire alla politica di non volere nessun finanziamento. Ma in Italia si sà ; “fatta la legge trovato l'inganno” nel 1993 ,infatti, si introduce il contributo per le spese elettorali con la legge 515/1993 e dopo le elezioni del 27 marzo 1994, furono erogati in unica soluzione ai partiti 47 milioni di euro,somma erogata anche per le elezioni del 21 aprile 1996. Nel 1997 si arriva ad un'altra forma di finanziamento “il 4 per mille ai partiti politici” tutto questo perchè i soldi non bastano ai famelici partiti Italiani. Solo nel 1997 si fissa un fondo di 82.633.00 milioni. Ancora soldi ,questo è il dictat dei partiti, e nel 1999 con la legge 157 viene reintrodotto il finanziamento completo ai partiti. Con questa legge vengono previsti cinque fondi: uno per le elezioni alla Camera, un'altro per il Senato, uno per il Parlamento Europeo, uno per le Regionali, ed infine uno per i referendum, questi verranno erogati in rate annuali, di 193.713.000 euro in caso di una legislatura politica completa (l’erogazione viene interrotta in caso di fine anticipata della legislatura). La legge entra in vigore con le elezioni politiche del 2001. Non finisce qui perche nel 2002 un'altra legge la 156/2002 abbassa il quorum per ottenere il rimborso dal 4 all'1% e per una legislatura completa i partiti ricavano 468.853.675 milioni di euro. Ci avviciniamo ai nostri giorni e nel 2006 con la legge 51 viene abolito lo scoglio dell'intera legislatura e si dà un targhet di 5 anni a cavallo tra due legislature la XV e la XVI con un aumento esponenziale dei finanziamenti per tutti. Una storia certamente da scandalo svolta alle spalle dei soldi pubblici finanziati proprio dai contribuenti. Oggi Berlusconi parla di di abolizione totale del finanziamento dei partiti, forse una trovata elettorale ? Molti cittadini invece chiedono e con gli interessi, tutti i soldi tolti dalla ricchezza nazionale ed all'attuale debito pubblico che oggi risulta a carico della collettività e non dei partiti. “Lo scadimento dello stato sociale , dei servizi di assistenza e quant'altro dovrebbe essere posto a carico della stessa politica che ci ha portato a questo punto”, dice qualcuno. Il sistema Italia fondato sulle Regioni ha sancito la decadenza di un sistema democratico che si fonda sulla solidarietà nazionale di regioni,provincie e comuni. La mappa del sistema comune collegata agli sprechi è totale le regioni sono soltanto l'esempio del sistema. Molte regioni non hanno delle leggi che regolamentano il finanziamento ai partiti ,vedi il lazio, dove i fondi collegati sono lievitati improvvisamente da 1 milione a 13,9 milioni e sotto l'egidia della legge 6/73. Il deputato porta il conto e la regione paga !!. La Sicilia altra regione virtuosa in tal senso si attesta ad una spesa di 12 milioni e 600 mila euro da destinare ai partiti e senza obbligo di rendicontazione . Ogni deputato percepisce 3500 euro mensili più tutta una serie di fondi dedicati a persone che lavorano all'interno del gruppo circa 1500 euro a testa, i portaborse prendono 4100 euro, il tutto viene erogato al deputato di riferimento. Il gruppo più ricco ,quello del PD, con 2 milioni di euro di appannaggio. Si premette che è lo stesso gruppo che che fa da controllore e da controllato. Segue la Sardegna che per ogni gruppo paga circa 5 milioni di euro per un totale di 20 milioni di euro , il sistema è sempre lo stesso pezze di appoggio e nessun controllo. Tra le regioni più virtuose la Toscana, l'Emilia Romagna e la liguria che nel totale hanno erogato contributi per spese intorno ai 6 milioni di euro . Chiudiamo infine una storia che potremmo considerare infinita che ha portato oggi l'Italia al suo debito pubblico attuale di circa 2000 miliardi di euro. Prendendo in considerazione quanto i partiti hanno pesato negli anni sulle casse dello stato possiamo affermare che dal 1994 al 2008 hanno dovuto sostenere spese per 579 milioni di euro , incassando però 2,25 miliardi di euro con un guadagno netto di 1,67 miliardi di euro . Tutto svolto secondo democrazia e nella massima trasparenza ? Di Maurizio Cirignotta
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