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Italia, minimo storico per le nascite. Mentre diminuisce il numero di immigrati, boom di espatri

Creato il 28 maggio 2014 da Stivalepensante @StivalePensante

Nuovo minimo storico per le nascite da quasi vent’anni. Nel 2013 si stima che saranno iscritti all’anagrafe poco meno di 515mila bambini, 12mila in meno “rispetto al minimo storico registrato nel 1995″. 6,3 milioni sono i senza lavoro, oltre 1 milione gli over 50 cerca il posto. E’ la fotografia del nostro Paese nel 2013, in 5 anni, inoltre, via dall’Italia quasi 100 mila giovani.

(mediakeys.it)

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E’ quanto riferisce l’Istat nel Rapporto Annuale. In cinque anni sono arrivate in Italia 64mila “cicogne” in meno. La crisi frena gli immigrati: nel 2012 gli ingressi sono stati 321mila, -27,7% rispetto al 2007. Aumenta invece il numero di stranieri che se ne vanno (+17,9%) ed è un vero e proprio boom di italiani che cercano fortuna all’estero. Nel 2012 – fa sapere l’Istat – gli emigrati erano 68mila, il 36% in più del 2011, “il numero più alto in 10 anni”. Le difficoltà sul mercato del lavoro spingono a cercare nuove opportunità al di là dei confini dell’Italia: nel 2012 hanno lasciato il Paese oltre 26mila giovani tra i 15 e i 34 anni, 10mila in più rispetto al 2008. Negli ultimi cinque anni si è trattato di quasi 100 mila giovani (94mila).

Nel 2013 sono 2 milioni le famiglie con almeno un 15-64enne, senza occupati e pensionati da lavoro, a cui si aggiunge un’altra area di disagio fatta da famiglie, composte da più persone ma rette solo da una pensione da lavoro. Sommando i gruppi emergono 3 milioni di famiglie che potrebbero essere in difficoltà, dove nessuno lavora.

Tra disoccupati e persone che vorrebbero lavorare in Italia si contano 6,3 milioni di senza posto. Nel 2013 ai 3 milioni 113mila di disoccupati si aggiungono 3 milioni 205mila forze lavoro potenziali, ovvero gli inattivi più vicini al mercato del lavoro. Si arriva così a oltre 6 milioni di individui che l’Istat nel Rapporto annuale definisce “potenzialmente impiegabili”. L’Istat fa anche sapere che aumentano gli scoraggiati (1 milione 427 mila). Guardando ai giovani, nel 2013 tra i ragazzi tra i 15 e i 29 anni che né lavorano né studiano, i cosiddetti Neet, sono 2 milioni 435 mila, in aumento di 576mila rispetto al 2008. Alzando l’asticella agli under35, l’Istat fa notare come nei 5 anni di crisi gli occupati in questa fascia d’età siano scesi di 1 milione 803 mila. E se “crescono gli occupati di 50 anni e più”, soprattutto per effetto dell’inasprimento dei requisiti di pensionabilità, tuttavia “crescono anche coloro che vorrebbero lavorare e non trovano lavoro”. Se infatti, spiega l’Istat, “si considera l’insieme di disoccupati e forze lavoro potenziali, sono oltre un milione le persone di 50 e più che vorrebbero lavorare ma non trovano una collocazione”.

Tra il 2008 e il 2013 le famiglie in cui l’unico occupato è donna sono aumentate di 591mila unità (+34,5%), superando i 2,3 milioni. Ecco che le famiglie sostenute dal solo reddito femminile, con la donna ‘breadwinner’, sono il 12,2% delle famiglie con almeno un 15-64enne.

(ansa.it)

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