Oltre la metà delle donne (52%) percepisce meno di mille euro, contro un terzo (32,2%) degli uomini. E’ quanto evidenzia l’Istat nel rapporto “Trattamenti pensionistici e beneficiari: un’analisi di genere” dove si rileva che nel 2012 l’importo medio annuo delle prestazioni di titolarità femminile è stato pari a 8.965 euro, il 60,9% di quello delle pensioni di titolarità maschile, che si attesta a 14.728 euro.
(holidaycheck.it)
Il rapporto “Trattamenti pensionistici e beneficiari: un’analisi di genere”. Una donna su due ha una pensione inferiore ai mille euro, mentre a percepire la stessa cifra, invece, sono solo un terzo degli uomini. La media annua per le pensioni femminile è di poco inferiore ai nove mila euro, mentre per quella maschile si aggira sui 15 mila euro. Nel 2012, inoltre, sono stati erogati 23.577.983 trattamenti pensionistici: il 56,3% a donne e il 43,7% a uomini. Le donne rappresentano il 52,9% dei pensionati (8,8 milioni su 16,6 milioni), ma percepiscono solo il 44% dei 271 miliardi di euro erogati.
Le differenze pensionistiche tra uomo e donna nel 2012. Dei 626.408 nuovi pensionati del 2012, le donne rappresentano il 52% e percepiscono redditi più bassi (10.953 a fronte dei 17.448 degli uomini). Il numero di trattamenti percepiti dalle donne è mediamente superiore a quello degli uomini, di conseguenza il divario economico di genere si riduce al 42,9% se calcolato sul reddito pensionistico (pari a 19.395 euro per gli uomini e a 13.569 per le donne).
Il riferimento alla forbice reddituale tra il 2002 ed il 2008. Tra il 2002 e il 2008, la forbice reddituale tra pensionati e pensionate è aumentata di 2,1 punti percentuali (4,4 punti con riferimento agli importi medi delle singole prestazioni); a partire dal 2008 si è osservata una progressiva riduzione che tuttavia ha mantenuto i livelli di disuguaglianza superiori a quelli del 2004. Le disuguaglianze di genere sono più marcate nelle regioni del Nord, sia con riferimento agli importi medi delle singole prestazioni sia in relazione al reddito pensionistico dei beneficiari.
Il rapporto tra il numero di pensionati residenti e la popolazione occupata (ndr rapporto di dipendenza) è a svantaggio delle donne: 90,2 pensionate ogni 100 lavoratrici, a fronte di 56,5 uomini ogni 100 lavoratori. Anche il tasso di pensionamento (rapporto tra numero di pensioni e popolazione residente) è superiore tra le donne (43,1%) rispetto agli uomini (35,6%).
Gli uomini sopra i 5.000 euro mensili, 5 volte il numero delle donne. Il numero di uomini (178 mila) con un reddito pensionistico mensile pari o superiore a 5.000 euro è cinque volte quello delle donne (33 mila). Le disuguaglianze di genere sono più marcate nelle regioni del Nord, sia con riferimento agli importi medi delle singole prestazioni sia in relazione al reddito pensionistico dei beneficiari.