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Italia, per il rilancio economico si crede fortemente nella tecnologia

Creato il 24 maggio 2014 da Stivalepensante @StivalePensante

Gli italiani, soprattutto quelli nelle fasce d’età più produttive, credono fortemente nel potenziale dell’industria, in special modo quella dotata di capacità tecnologica, per il rilancio del nostro Paese.

(fullhdwallpapers3d.com)

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Il 73% pensa che sia necessario dare più impulso all’industria manifatturiera, e quasi il 70% ritiene che le nostre industrie di eccellenza siano in grado di competere a livello globale (75% della fascia over 64). Proprio alla luce di queste convinzioni il 48% desidera che il Governo protegga maggiormente le nostre eccellenze industriali. Questi sono i principali risultati di una indagine realizzata dalla società di ricerche SWG e commissionata da Sorin Group, multinazionale italiana leader nel trattamento delle patologie cardiovascolari, sulla percezione del Made in Italy nel campo tecnologico e della ricerca.

Particolare rilevanza viene data alla connessione tra ricerca tecnologica e ripresa: il 76% crede che l’industria debba investire di più nella ricerca tecnologica, e per il 73% (83% per la fascia tra i 55 e i 64 anni) è una condizione indispensabile anche per il rilancio dell’economia nazionale.

Ampio è inoltre il consenso per il ruolo dello Stato in questo senso, che si dovrebbe però limitare a favorire la collaborazione tra Università ed imprese. “Le potenzialità delle aziende con elevata componente tecnologica non possono essere valorizzate sino in fondo senza che gli Stati mettano in campo politiche della ricerca e industriali solide e definite”, ha dichiarato Rosario Bifulco, presidente di Sorin Group. “I governi devono investire in maniera convinta sui progetti, attraverso la concentrazione di risorse e competenze.”

Rispetto alle industrie degli altri Paesi a rilevante componente tecnologica, dalla ricerca SWG emerge che gli italiani danno un forte riconoscimento al biomedicale. Il 65% infatti pensa che ci siano grandi industrie biomedicali in Italia e il 60% ritiene i prodotti italiani in questo settore al pari o superiori a quelli degli altri Paesi, la miglior performance tra le categorie proposte. A seguire le apparecchiature aerospaziali. “L’Italia è molto forte nella ricerca biomedica di base” ha commentato Bifulco “ma per compiere un definitivo salto di qualità è necessario aumentare le capacità di trasferimento tecnologico, favorendo la brevettazione e rendendo il nostro ecosistema fertile per procedure come lo spin off”.

(agi.it)

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