Italia seconda anche nel campionato di “Repubblica delle banane”

Repubblica delle banane é un’espressione coniata dallo scrittore inglese O. Henry e considerata [cito]

espressione dispregiativa che generalmente sta a indicare una piccola nazione

‘Piccola nazione’ inteso non tanto come estensione geografica o numero di abitanti ma come “valori”.

Ebbene, secondo alcuni siamo un Paese in declino, secondo altri siamo il lenta ma progressiva ripresa, secondo altri ancora per molte cose guardando al futuro abbiamo più motivi di ottimismo e di serenità di tante altre nazioni europee e non che ora come ora sembrano lontane anni luce dalla nostra realtà.

Sarà?!?! …

Di sicuro c’è il fatto che l’attualità di queste ultime ore ci mette difronte a due episodi in un qualche modo collegati a questo frutto.

In Spagna, durante una partita di calcio del campionato nazionale, é stata lanciata dagli spalti in segno di razzismo, una banana al giocatore del Barcellona Dani Alves.

 

La reazione dello stesso é stata in primis quella di sdrammatizzare l’accaduto mangiando il frutto (tra l’altro ricco di potassio e quindi utile sotto sforzo ndr) e successivamente stigmatizzare l’episodio definendo poi “ritardato” la persona colpevole di quel gesto. Persona tra l’altro a cui é stato negato dalla società stessa l’accesso in futuro allo stadio.

In Italia invece… bè da noi, come cantava il grande Fabrizio DeAndrè, vanno in direzione ostinata e contraria. Siamo quel Paese dove il lancio della banana può arricchire un curriculum…

Infatti Davide Fabbri (alias ‘Il Vikingo’) che nel luglio del 2013 alla festa del Pd di Cervia lanciò delle banane all’indirizzo dell’ex ministro Kyenge, sarà a capo del corteo di oggi dei “forconi” (che continuo a non riuscire a scindere da ‘coglioni’ ndr) che secondo molti sono, questo é un altro dato di fatto inconfutabile, un movimento spontaneo quindi “pulito”. Dimenticandosi che anche il defecare è un atto spontaneo ma… non tanto “pulito”.

Insomma, non so come la pensiate voi a riguardo ma mi sembra di intuire che non ci sia niente ma proprio niente da ridere.

Ora come ora, in un ipotetico campionato, arriveremmo secondi anche a quello della Repubblica delle banane!