Dalla rata per la macchina al prestito per aprire un’attività. Fino al mutuo per la casa. Accedere al credito resta difficile per chi non ha un lavoro stabile. E, muovendosi tra banche e finanziarie, un giovane precario continua a incassare una lunga serie di “no”. E’ quanto emerge da un’indagine dell’Adnkronos, che rielabora dati raccolti su tutto il territorio nazionale.
(ilsitodelledonne.it)
Nessun credito per chi non ha un lavoro stabile, i precari in crisi. In media, a 7 giovani con contratti a termine su 10 viene negato un prestito. Almeno restando nei canali principali e “sicuri”, rivolgendosi agli istituti di credito e alle principali finanziarie. Spesso è solo il soccorso di un “garante”, un genitore o un parente con una situazione stabile, a sbloccare istruttorie altrimenti destinate a essere cestinate. Ma in questi casi sono le condizioni del prestito a cambiare, con una serie di clausole incrociate che vanno a gravare interamente sulla copertura offerta dal garante.
Solo il 30% delle richieste va a buon fine senza un soccorso esterno. Si tratta dei casi in cui le banche e le finanziarie offrono prodotti ad hoc che presentano condizioni molto più sfavorevoli, guardano al tetto del finanziamento, al tasso di interesse, e alla durata della rate, rispetto al prodotto equivalente destinato al lavoratore a tempo indeterminato. In sostanza, se il mercato del lavoro ha virato ormai verso la flessibilità – in 5 anni, tra il 2008 e il 2013, i contratti a tempo indeterminato sono diminuiti del 46,4% mentre quelli a termine segnano un +19,7% – il mercato del credito resta sostanzialmente rigido, escludendo di fatto chi non può contare su un contratto stabile o su un garante fidato. (ADNKRONOS)