Apprendiamo con profonda indignazione che il responsabile dello stupro efferato di Pizzoli, l’ex militare Federico Tuccia, che violentò una ragazza provocandole gravissime lesioni fisiche e quasi la morte, è stato scarcerato con il permesso di godersi i domiciliari fermamente voluti dal suo avvocato difensore che, a dispetto delle prove, sin dal primo momento sosteneva che non c’era stato alcuno stupro.
Il ragazzo che era stato incarcerato con prove evidenti di violenza efferata, con l’accusa di tentato omicidio per la gravità del gesto, anzichè essere processato per direttissima e ottenere una pena pesantissima adeguata al reato compiuto, godra’ del diritto accanto ai suoi genitori in casa come se nulla non fosse accaduto, lasciando la vittima sola e terrorizzata dall’idea di poterlo un giorno vedere libero a pianificare la sua vendetta ma anche indignata per essere stata stuprata per la seconda volta, nonostante gli effetti devastanti di una violenza che l’ha costretta a stare in ospedale per più di un mese e subire operazioni di ricostruzione dell’apparato genitale e digerente.
Il Telefono Rosa scrive al Governo indignata per quest’ennesimo abuso nei confronti delle donne e questa mancanza di tutela delle donne in un Paese che non solo si dimentica delle donne ma le umilia e un minimo che possiamo chiedere e’ un risarcimento morale.
Ricordiamo che in Italia solo l’8% delle vittime denuncia uno stupro sopratutto perché hanno paura che, a causa della mancata giustizia, potrebbero incontrarli in giro liberi di attuare la propria vendetta contro chi ha avuto il coraggio di denunciarli, come accade ogni due giorni alle donne vittime di femminicidio, uccise perchè hanno tentato di denunciare i loro stalker ma non hanno avuto alcuna risposta da parte delle forze dell’ordine e la magistratura.
Ditemi se è un Paese civile quello che preferisce siano le donne a scappare all’estero, con la paura di voler crescere qui le proprie figlie, ditemi se e’ questo un Paese civile che fa scappare le donne piuttosto che emarginare i violenti.
Piu’ anni passano e più l’Italia si configura un come una nazione che dimentica le donne e che non ci garantisce nemmeno più i diritti più basilari. Ogni forma di autodeterminazione delle donne viene minacciata, lo Stato non garantisce alcun provvedimento che allontani le donne da una situazione di possibile violenza.
I femminicidi crescono, ogni due giorni una donna viene uccisa per mano di un uomo e questo dovrebbe far riflettere su quanto è frequente questo fenomeno e quanto fosse prettamente culturale. Ma lo Stato non dà mezzi per fare in modo che le donne si autodeterminino, anzi, con i mancati provvedimenti a favore del lavoro femminile, non si fa altro che rendere le donne più vulnerabili ad una situazione di violenza perché dipendenti economicamente dal proprio marito, dove senza soldi ma nemmeno centri antiviolenza (che stanno chiudendo uno dopo l’altro) è difficile scappare per crearsi una nuova vita o ribellarsi ad una violenza denunciando l’aguzzino.
E diciamolo senza timore di passare per chissà che cosa, molti uomini italiani sono violenti e non vedono di buon occhio l’emancipazione delle donne, lo confermano le cronache quotidiane, così come violenta è la giustizia italiana composta da altrettanti uomini che quasi per comprensione fraterna o paterna verso stupratori e assassini concedono le attenuanti, come violenti sono i parlamentari quasi tutti uomini che non creano situazioni per prevenire ogni forma di violenza di genere o eliminare le discriminazioni denunciate dall’Onu ma le rafforzano scoraggiando le vittime e incoraggiando i nostri carnefici. E’ una questione culturale e non da imputare certo al genere, nulla da aggiungere. In Svezia, Usa e altri Paesi l’emancipazione delle donne e’ piu’ accettata perche gli uomini (ma anche le donne, perche’ ricordo che molte continuano a tramandare una cultura maschilista danneggiando tutte le altre) sono diversi.
Alle donne che vorrebbero avere diritti rimangono due vie: o scappare dall’Italia o lottare per i propri diritti a casa propria. Non possiamo permettere che le donne che subiscono attacchi alla propria dignità vengano stuprate o uccise per la seconda volta.