Tipico scrittore americano, ok non proprio. Ma la serie Tv è mitica.
Diamo inizio al primo post "Italia vs The World".In questo primo post, metterò a confronto il mondo dell'editoria Italiano e estero concentrandomi sull'aspetto economico (specialmente Anglosassone e Americano) e la possibilità che danno ad uno scrittore, o aspirante tale, di guadagnare.
Si dice "Meglio scrivere, che parlare di scrittura" e sono d'accordo, ma siccome ho scritto da settembre a novembre e ora sto studiando per gli esami, non avrei il tempo di scrivere.
Oltretutto sto valutando l'idea di spostarmi sull'autoproduzione e poi, pian piano, sul mercato estero. In pratica, scrivere o far tradurre i miei racconti in inglese.
Ecco, anche, il perchè di questo post, da cui poi è nata tutta la serie.
Ovviamente, è supposto che lo scrittore X sia un minimo bravo a scrivere ed è altresì ovvio che serva anche una piccola reputazione alle spalle e un minimo di gavetta, si inizia pian piano.
Ma, altrove, grazie a queste due piccole cose, un piccolo autore che scriver per vezzo potrebbe arrotondare facilmente, e uno che lo fa per mestiere potrebbe vivere dignitosamente, specie perchè spesso hanno un altro lavoro (giornalista/studioso/Professore universitario/ o qualsiasi altro, dal meccanico al panettiere).
Tuttavia, se scrivi la roba che scrive lui, in Italia sei uno "Scvittove" vero.
Gradire sorvolare sulla sgradevole situazione Italiana, in quanto conosciuta, se frequentate questo blog, ma farò un breve riassunto a uso e consumo di chi non conosce questo "mondo" o di chi passa qui per la prima volta.Ecco, l'elenco di Mali, alcuni, non so se me ne sono dimenticato qualcuno, che affliggono il mondo italiano dell'Editoria:
- Esistono le Case Editrici a Pagamento, in pratica tu paghi per lavorare. E c'è gente che pensa siano una cosa buona.
- Esistono le Agenzie Letterarie. Sono a pagamento, giustamente, ma a differenza di quelle estere, in cui prendono in cura il tuo libro e se gli piace si impegnano a venderlo per poi guadagnarci sopra, qui pretendono centinaia di euro anticipati per darti quattro consigli senza poi occuparsi della vendita. In pratica tu paghi per aria fritta e stai sempre al punto iniziale.
- Quando si tratta di racconti, essere pagati non è nemmeno contemplato. E se vinci un concorso per entrare in un'antologia, senza premio se non la partecipazione all'antologia, non ti danno nulla, nemmeno un forfettario di pochi euro, ma vendono l'antologia. Loro Guadagnano e tu non guadagni nulla.
- Nel caso di romanzi, sempre le solite storie o fantasy bimbominchiesco, verrai pagato pochissimo, a fronte di un prezzo di copertina di minimo 18 euro, e devi essere fortunato se te lo pubblicizzano, a meno che non puoi diventare il caso dell'anno. Ossia uno che, anche se scrive con i piedi, può vendere decine di migliaia di copie.
Ecco un grande scrittore.
Ora, passiamo alla situazione Internazionale. Questi dati me li sono procurati girando su internet, tramite link, e tramite persone che hanno lavorato nell'ambito letterario estero.Partiamo dai "Racconti", ci sono quattro modi per vendere un racconto: Riviste, Libri, Antologie e Concorsi.
Di norma le tariffe sono dai cinque centesimi, che vengono considerato il minimo di piccole riviste o antologie (Chi paga meno viene considerato un editore non serio...gli stessi discorsi che qui facciamo per gli editori a Pagamento in USA li fanno per chi paga meno di 5 cent a parola) al dollaro a parola da grandi riviste (Ed esempio PlayBoy da 75 cent a un dollaro, Sierra Club 75 Cent...) ovviamente se sei un autore famoso è più facile pubblicare li, ma la tariffa varia in base alla rivista, ci sono possibilità per tutti.
Ovviamente, poi, ci sono anche i prezzi forfettari, ossia un tot a racconto indipendentemente dalla lunghezza.
Curioso anche vedere che quando parlano di Antologie, dicono che vengono pagati poco i racconti al loro interno perchè servono anche per "farsi conoscere", qui, se va bene, resta il "farsi conoscere".Ora facciamoci un piccolo conto.
Mettiamo il caso che uno studente, per arrotondare, scriva racconti.
Lunghezza media, 4000-5000 parole.
Ne scriva 3-4 all'anno e li vende a riviste che li pagano dai 5 ai 20 cent a parola (riveste di non troppo elevato rango, diciamo).
Consideriamo, per climax, un racconto a 5 cent a parola, uno a 10 cent, uno a 15 e uno a 20.
Sommando i pagamenti dei racconti, guadagnerebbe 2250 dollari. Escludendo i due prezzi più alti, ossia facendosi pagare tra i 5 e i 10 guadagnerebbe 1350 dollari.
Considerando solo i cinque centesimi (E, in questo caso, dovrebbe essere semplcie venderli, se si è un mininmo bravi a scrivere), quasi mille dollari.
Per quattro raccontini.
Per uno studente non sarebbero male, no?
O se si è un professionista, e se ne scrive uno ogni due mesi, quei 400-600 dollari in più fanno comodo.
Qui, sarebbe una cosa assurda.
Oltretutto, anche se ti escludono dalla selezione per una rivista (la scelta funziona a votazione), ti mandano una mail con scritte le cose che non andavano nel racconto e, se il racconto non andava bene perchè non era il giusto target della rivista, ma il racconto era valido, capita, non so quanto spesso, che vieni segnalato ad un'altra rivista dagli editor di quella che ti hanno rifiutato, con una lettera di raccomandazione.
Anche questo, qui, sembra una cosa assurda.
Ci sono molti modi, tutti fuori di qui, però.
Ora, passiamo ai libri.Qui la situazione un più uniforme, parlando di Royalties, ma ci sono tre differenze importantissime.
Prima cosa, scrivere in inglese da un bacino di lettori di circa tre miliardi, infinitamente più grande della sola Italia, il che aumenta potenzialmente i guadagni.
Seconda cosa, generi come la narrativa d'immaginazione (e qui includo Fantasy, Fantascienza, Weird, Urban Fantasy, Steampunk, Horror...e ogni strano nome vi possa venire in mente) sono molto gettonati, o almeno hanno, come è ovvio, un pubblico potenzialmente più vasto (In proporzione, se qui, su sessanta milioni, gli appassionati possono essere 500.000, in inglese sono 25.000.000).
E, terza cosa, li ci sono gli anticipi.
Ossia, ad esempio, se devi pubblicare un libro con una C.E. ti pagano una cifra in anticipo, che può essere 10.000 dollari se sei al primo libro, anche 50.000 se sei un autore che ha già pubblicato alcuni libri ben venduti fino ad anticipi a cinque-sei zeri se sei un grandissimo autore (Ovviamente parliamo di gente come King, Martin, Gaiman e simili, ma la possibilità c'è!). Questo anticipo viene poi scalato dalle Royalties.
Ossia, se ti hanno dato 10.000 dollari d'anticipo, e tu, dopo un hanno, hai guadagnato 13.000 dollari di Royalties, avrai 3000 dollari.
Oltretutto gli anticipi, di norma, anche se non si guadagna tanto da coprirli, non vengono richiesti indietro, o viene fatto molto di rado.
Editore e scrittore italiani. Indovinare chi è chi.
Possiamo fare due conti, no?Uno scrittore, di norma, prima di diventarlo fa altro.
Può capitare che lavori in ambito giornalistico o editoriale, o anche in altri ambiti, non è importante.
Scrive un libro, vende bene, anticipo di 10.000, dopo un anno con royalties diciamo che guadagna giusto il prezzo dell'anticipo, ossia 10.000 dollari.
Scrive anche qualche racconto, 1000-2000 dollari in più.
Un totale di 12.000 dollari, più lo stipendio del proprio lavoro, se la cava egregiamente.
E già cosi, sarebbe perfetto.
Certo, non può ancora vivere di scrittura, ma l'inizio è già un passo enorme rispetto allo scrittore medio italiano.
Ovviamente, all'estero c'è da guardare anche all'autoproduzione, che è una vera miniera per chi è capace di scrivere.
In ogni caso, questa è la situazione fuori, cosa ne pensate?